Alfano firma quattro rogatorie per scoprire chi volava su Ustica

Roma «Noi evidentemente non rinunciamo a perseguire tutta la verità su Ustica», dichiara il ministro degli Esteri, Franco Frattini. E nella stessa giornata il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, firma quattro rogatorie internazionali, chieste dalla Procura di Roma per l’inchiesta sulle cause del disastro del Dc9 Italia, che costò la vita a 81 persone. Sono rivolte agli Stati Uniti, alla Francia, al Belgio e alla Germania.
Frattini spiega di non conoscere il testo delle rogatorie, ma aggiunge: «Ci sono delle sentenze che hanno lasciato l’amaro in bocca a quelli che volevano tutta la verità. Hanno escluso alcune piste, ma se ci sono altri che dicono che c’è una possibile nuova pista, noi abbiamo il dovere di seguirla. Non sappiamo quale, questo è il nostro problema. Quello che è sicuro è che le corti italiane hanno in modo definitivo escluso certe responsabilità. Anche questo è un dato di fatto che dobbiamo rispettare».
Con le rogatorie i magistrati vogliono capire se c’erano velivoli militari nel triangolo di cielo al largo di Ustica, la sera del 27 giugno del 1980, quando vi passò l’aereo italiano. Le richieste fatte dagli inquirenti della procura capitolina alle autorità dei quattro Paesi e inoltrate ora dal ministero di via Arenula, puntano ad accertare la natura e l’origine delle diverse tracce presenti sul cosiddetto «cielo radar» di quella tragica notte. I pubblici ministeri, coordinati dal procuratore capo Giovanni Ferrara, motivano la loro nuova azione con alcune testimonianze raccolte negli ultimi mesi, a cominciare da quella del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che più volte ha detto in diverse interviste che la Francia sarebbe direttamente coinvolta nel disastro del Dc9. I pm Erminio Amelio e Maria Monteleone hanno anche ascoltato, nei mesi scorsi, come persona informata sui fatti, Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, che aveva parlato di un ruolo di copertura della vicenda che era stato richiesto al padre da parte di appartenenti ai servizi segreti italiani.
«La Francia nuovamente accusata nella tragedia di Ustica», titolava ieri Le Figaro. E nell’articolo il quotidiano francese ricordava che Parigi ha già risposto a tredici rogatorie, affermando che nessuno dei suoi caccia dell’aeronautica militare «pattugliava quel settore al momento del dramma».
Secondo il Comitato studi per Ustica, vicino alle ragioni dei generali dell’Aeronautica assolti in modo definitivo dall’accusa di aver sviato le indagini, il risultato delle rogatorie sarà scontato. «Si darà atto al massimo che nelle basi di Solenzara e Decimomannu - si sottolinea - erano attive esercitazioni. Nessuno verrà a dire quello che non emerge da alcun dato tecnico e cioè che non ci fu alcuna guerra aerea».


La pensa diversamente l’Associazione parenti delle vittime della strage. Il presidente Daria Bonfietti, in occasione dell’anniversario, ha parlato delle rogatorie, spiegando che «bisogna avere la consapevolezza che si debbono richiedere risposte non di cortesia ed evasive, ma appropriate».

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