«Comportamento antisindacale». La nuova Alitalia-Cai è stata condannata dal giudice del lavoro di Civitavecchia a reintegrare un comandante licenziato perchè reo di aver criticato la compagnia con alcune email inviate ai colleghi, attraverso l'indirizzario riservato del sindacato piloti Anpac. Stefano Zanolli, 44 anni, in forza all'Alitalia dal 1987, torna dunque a pieno titolo alla cloche degli Md 80, dopo essersi visto troncare il rapporto di lavoro il 20 aprile 2009. Il giudice Sigismina Rossi ha ammesso il ricorso dell'Anpac in base all'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, respingendo la tesi dei legali di Alitalia, che avevano invece contestato la legittimazione del sindacato.
La vicenda risale ai primi mesi dello scorso anno, quando la Cai-Alitalia cominciò la propria attività con gli asset acquistati dalla procedura fallimentare. «Anpacmail» è un indirizzario costituito all'interno del sindacato piloti, attraverso il quale i membri restano in costante contatto con i colleghi. Una specie di club, dunque, escluso agli estranei. Proprio questa è una delle chiavi della vicenda. Zanollo infatti scrisse in questo ambiente alcuni messaggi, tre dei «intercettati» dal datore di lavoro. Nel primo il comandante ironizzava sul tono ufficiale di Alitalia nei confronti dei piloti, in contrasto - diceva - con la scarsa considerazione della categoria; nel secondo dichiarava di sentirsi «in guerra» con l'azienda e invitava i colleghi a fare «il minimo indispensabile». Il terzo esprimeva, tra l'altro, dubbi sulle reali intenzioni degli azionisti di Cai, i «patrioti» raccolti al capezzale della compagnia.
Per l'Alitalia di Colaninno e Sabelli il contenuto di tali messaggi era talmente offensivo e lesivo dei rapporti di fiducia, da giustificare il licenziamento in tronco del comandante che, in base al contratto, è un dirigente. Dopo aver contestato, invano, la legittimazione al ricorso da parte dell'Anpac, Alitalia ha spiegato al giudice di aver ricevuto le mail in busta anonima; mail già ampiamente note in azienda.
Ma il giudice non vi ha creduto: e ha respinto le tesi della compagnia perchè «non in possesso di alcun titolo per accedere legittatimamente alla mail dell'Anpac». Che, dopo il licenziamento del proprio associato aveva visto crollare la corrispondenza da 1500 a 130 messaggi al mese.
Il licenziamento, secondo il giudice, è stato dunque «irrogato sulla base di documentazione acquisita illegittimamente» e che si configura come comportamernto antisindacale. In ogni caso il giudice aggiunge che «le espressioni usate da Zanolli non sono tali da giustificare la sfiducia del datore di lavoro» e quindi il suo licenziamento.
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