Allarme per le carte di credito di «Sua Maestà»

Dopo i mutui subprime, in Gran Bretagna si profila un’altra scossa: quella della carte di credito. Per ora è solo un timore, ma il comportamento degli istituti di credito inglesi non lascia presagire nulla di buono. L’era del credito facile, infatti, è improvvisamente finita e ora tutti tentano di allontanarsi dai cattivi debitori, sempre che non sia troppo tardi.
Secondo alcuni analisti specializzati, infatti, fino all’estate scorsa molte banche hanno ammortizzato le perdite provocate dai consumatori incapaci di saldare i conti delle carte di credito, applicando le stesse modalità dei mutui subprime, ovvero spalmandoli nei famigerati Cdo, le obbligazioni sul debito collaterale. E se si considera che i debiti generati tramite pagamento elettronico ammontano a 71 miliardi di euro, l’inquietudine degli ambienti finanziari appare fondata. Il problema è che, come con i mutui, nessuno sa con esattezza quanti certificati a rischio siano stati immessi sul mercato. Si sa invece che nelle ultime settimane i debiti inesigibili sono aumentati del 20%.
Così le banche del Regno Unito sono diventate improvvisamente esigenti e più onerose. Le associazioni dei consumatori hanno conteggiato ben 125 aumenti - tra tassi di interesse e spese varie - in appena due mesi. E secondo il Times, circa la metà di coloro che hanno chiesto una nuova carta di credito si sono visti rifiutare la domanda, perché considerati a rischio di insolvenza; si tratta soprattutto di giovani tra i 25 e i 34 anni. Mai nel recente passato si era verificata una stretta così drastica, che peraltro avrà un impatto sulle vendite di Natale.
Il problema è che proprio alla fine dell’anno scadono molti contratti agevolati sia sul mutuo sia sulle carte di credito, che generalmente prevedono tassi di interesse molto bassi per i primi due anni. Molti inglesi scoprono proprio in queste settimane di dover far fronte a rate che in certi casi sono addirittura raddoppiate; perché, come accaduto nell’area euro, anche nel Regno Unito il costo del denaro è aumentato rapidamente, per la precisione cinque volte dall’estate 2006.
E, inevitabilmente, aumentano le richieste di aiuto ad amici e familiari: complessivamente il debito di singoli cittadini nei confronti di propri conoscenti ammonta a 25 miliardi di sterline, ben l’82% in più rispetto a dieci anni fa. In questo contesto il governo britannico pronostica un forte aumento dei fallimenti personali nel 2008: alla fine di settembre erano già oltre 110mila i britannici ad aver gettato la spugna, in aumento del 13% rispetto a un anno prima.

E settembre è di solito un mese tranquillo; quelli più critici tradizionalmente sono dicembre e gennaio. I servizi sociali sono in allarme: quest’inverno si prospetta particolarmente duro.
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