Nonostante i segnali positivi dei conti nel corso dell’anno, il Piano strutturale di bilancio presentato dal governo presenta rischi significativi. È quanto emerso dall’audizione di Sergio Nicoletti Altimari, capo del dipartimento di economia e statistica di Bankitalia, che ha sottolineato le incertezze legate alla crisi economica in arrivo. Questi fattori potrebbero comportare un Pil inferiore alle stime e ridurre le entrate fiscali, amplificando le preoccupazioni sugli effetti a medio e lungo termine del taglio delle tasse e degli sgravi sul lavoro.
I due rischi principali
Il dirigente di Bankitalia evidenzia due rischi principali. Il primo riguarda il fatto che il finanziamento di parte della Manovra si basa su maggiori entrate previste per il 2024, assumendo implicitamente che queste entrate siano permanenti, cosa che però non è certa. Il secondo rischio è legato all’incertezza economica: anche piccoli scostamenti rispetto ai piani di bilancio potrebbero rendere difficile riportare il deficit sotto il 3% entro il 2026.
Le previsioni
“Nel quadro previsivo a legislazione vigente del Piano strutturale di bilancio il Pil cresce dell'1,0 per cento quest'anno, dello 0,9 per cento nel prossimo e dell'1,1 per cento nel 2026. La revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall’Istat, non inclusa nel quadro, comporterebbe una correzione meccanica al ribasso di due decimi di punto percentuale della stima per l'anno in corso", ha specificato Nicoletti Altimari. In altre parole, la principale preoccupazione di Bankitalia riguardo alla Manovra e ai conti pubblici è legata alla crescita del Pil. Questo perché tutte le previsioni sulle spese fiscali e sul rapporto deficit/Pil si basano sulla crescita economica. Nel caso in cui il Pil dovesse diminuire, si ridurrebbero anche, in modo non previsto, le risorse disponibili per attuare riforme e misure fiscali.
La crescita economica del Belpaese
La crescita economica dell’Italia potrebbe arrivare all’1,2% nel 2025, grazie ai provvedimenti inseriti nella Manovra economica. Tra questi figurano la stabilizzazione della riduzione del cuneo fiscale e gli interventi a favore delle famiglie più numerose, che dovrebbero contribuire ad aumentare il PIL.
In ogni caso, il raggiungimento di questi obiettivi dipenderà dalle risorse effettivamente stanziate e dalle modalità di attuazione delle misure. Una valutazione più dettagliata sarà possibile solo con informazioni aggiuntive. Ha concluso Nicoletti Altimari durante l’audizione in Parlamento.
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