Allen e New York fra amori difficili e suicidi falliti

Con Whatever works, ora nelle sale francesi e presto in Italia, il regista ripropone una storia in stile Manhattan e Io e Annie. L'attempato intellettuale ebreo si infatua di una giovane cristiana balla e ottusa

Allen e New York fra amori difficili e suicidi falliti

Parigi - L’ultimo film di Woody Allen, Whatever Works («Finché va») è arrivato con successo nei cinema di Parigi, dopo essere stato presentato al Tribeca Festival di New York, mettendo così la prossima Mostra di Venezia (2 settembre) nella condizione di rinunciarvi, viste le sue ambizioni di esclusiva mondiale.
Allen torna quindi in Europa al normale lancio commerciale, quello dei suoi primi film. Comportamento saggio, da uomo d’età che ha avuto tutto dal suo lavoro. E, sempre per l’età (74 anni), Allen non interpreta più i suoi film (pazienza), come non rinnova (purtroppo) ciò che essi raccontano. Whatever Works deriva infatti da una sceneggiatura di trent’anni fa, dello stesso filone di Manhattan e Io e Annie.

C’era allora un maturo intellettuale ebreo alle prese con una donna meno matura, meno intellettuale e cristiana; c’è oggi un vecchio intellettuale ebreo alle prese con una ragazzina ignorante, ottusa e cristiana. C’era allora e c’è oggi New York, dove Allen è tornato a girare, dopo aver vagato senza troppo costrutto tra Londra e Barcellona.

Proprio a Londra Allen sarà tra dieci giorni per girare con Antonio Banderas, Naomi Watts, Josh Brolin, Freida Pinto (di Millionaire), Anthony Hopkins e Lucy Punch, un nuovo film. A Parigi invece Allen è atteso nel 2010 per un ulteriore film, che sta ancora scrivendo: qui si mormora che vi apparirà anche Carla Bruni Sarkozy. Anche per favorire un film di Allen nuovamente ambientato a Parigi, l’anno scorso la Francia ha modificato la legislazione di sostegno diretto o indiretto al cinema...

Whatever Works non propone nulla di nuovo, anzi ripropone qualcosa di vecchio, ma anche di valido: l’Allen prima maniera, quello ancora contento d’essere diventato famoso perfino nelle metropoli europee, come Parigi, dove la critica lo sta osannando oltre misura. Nell’America profonda invece Allen è rimasto un intellettuale sospetto. E in Whatever Works si sente il livore del regista verso il Sud degli Stati Uniti, di stretta osservanza religiosa cristiana... Da lì giunge a New York un’ex liceale (la Evan Rachel Wood di Thirteen, Across the Universe e The Wrestler), abbastanza bella per «fare» il marciapiede, ma anche abbastanza pigra da non farlo, rifugiandosi nell’appartamento di un fisico (Larry David), reduce da un fallito suicidio per un fallito matrimonio con una donna intelligente e intellettuale a riprova che anche le unioni teoricamente migliori cedono col tempo.

Lo scienziato a riposo campa dando lezioni di scacchi a bambini che disprezza e condivide la noia esistenziale con altri intellettuali del quartiere. Finché la ragazzina gli sconvolge la vita: alla parità del primo matrimonio subentra la complementarietà del secondo. Ma è logico che alle giovani piacciano i giovani... Ed ecco una seconda finestra dalla quale buttarsi. L’ottimismo di Whatever Works è che anche stavolta il suicida sopravvive, anzi atterra su una piacente cinquantenne...

Il ritorno a New York giova ad Allen, che sa rendere le strade qualsiasi del Greenwich Village meglio che i panorami di Barcellona.

Inoltre le psicologie degli ebrei di Brooklyn gli riescono meglio che quelle dei seduttori catalani. E soprattutto fa piacere vedere che Allen s’è liberato (o viceversa) di Scarlett Johansson, trovando subito un alter ego per lei nella Wood, così brillante nel mostrare l’intelligenza di un’ostrica.

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