"Salviamo i nostri allevamenti", "difendiamo il latte italiano", la protesta degli allevatori della Coldiretti guidati dal presidente Sergio Marini, in migliaia nel "Campo base" lungo l'autostrada del Brennero alla frontiera con l'Austria ha un obbiettivo preciso: difendere la produzione di latte italiano e tutelare i consumatori con l'etichettatura obbligatoria di formaggi e mozzarelle, che indichi chiaramente la provenienza del latte utilizzato. Nella notte al Brennero si sono radunati trattori, decine di pullman, una quarantina di camper e numerosi furgoni con cui sono giunti gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia riforniti di prodotti tipici dalle diverse regioni per il vettovagliamento. Ed è stata montata una grande tenda con centinaia di posti sotto la quale gli allevatori potranno riposare durante i turni di presidio della frontiera. Allestite anche cinque cisterne di acqua per affrontare il grande caldo e quaranta bagni chimici. Ma la protesta riguarda altre parti d'Italia: da Cagliari a Olbia, da Oristano a Catanzaro. Tutti gli allevatori si sono mobilitati.
Controlli dei camion Gli allevatori delle Coldiretti si sono schierati attorno al tracciato autostradale e hanno iniziato a verificare la provenienza dei carichi delle autocisterne lungo "l'autostrada del latte" che dall'estero lo trasporta in Italia, Decine i controlli "con la collaborazione delle forze dell’ordine". "Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati e polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori", denuncia il presidente di Coldiretti. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri , la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o cagliate provenienti dall’estero ma nessuno lo sa perchè non è obbligatorio indicarlo in etichetta, denunciano gli allevatori della Coldiretti che hanno scoperto numerosi carichi di prodotti agricoli, dalla carne al latte, pronti per essere "nazionalizzati".
Il ministro Zaia: "Battaglia di civiltà" E gli allevatori incassano un appoggio "pesante" e importante, quello del ministro della Politiche agricole Luca Zaia, arrivato al Brennero per ascoltare le loro ragioni e sostenre il principio alla base della protesta. Quella delle iniative sulla tracciabilità dei prodotti alimentari e sulla loro riconoscibilità è una delle battaglie che hanno caratterizzato fin dall'inizio l'attività del ministro. "Sono qui con i nostri allevatori, presenti in migliaia, perchè questa è una battaglia di civiltà - dice il ministro Zaia -. Da lato dobbiamo difendere la produzione italiana di latte, una produzione di qualità fatta da grandi e piccoli allevatori, dall'altra il diritto dei consumatori a sapere con quale latte sono prodotti i formaggi e le mozzarella che finiscno sulle loro tavole. Basta un dato per far riflette, a fronte di una produzione annua di 11 milioni di litri di latte, c'è l'importanzione di 8 milioni di litri dall'estero che. E non sappiamo che finisce nei nostri prodotti".
Resistenze da vincere "Ecco perché andiamo avanti nella battaglia per l'etichettatura. Esattamente come abbiamo fatto con l'olio. Una battaglia che conduciamo con determinazione perché è nell'interesse del Paese - spiega Luca Zaia -. Dobbiamo vincere soprattutto resistenze culturali a livello europeo e dialogare con le agro-industrie, con il mondo caseario. Quella dell'etichettatura non è una battaglia contro di loro ma anche nel loro interesse. E' quello che hanno capito e sono dalla nostra parte: l'etichettatura garantisce chiarezza, premia la qualità, è apprezzata dai consumatori e si rivela una scelta vincente su mercato"
Proposte alla Ue "Dobbiamo approfittare di questa crisi per attuare una profonda ristrutturazione del comparto sia nel nostro paese che a livello comunitario. Per questa lanciamo la nostra controproposta all’Unione europea: un piano di abbandono del settore per le aziende che si trovano già in condizioni produttive di marginalità". Dal valico del Brennero, Zaia illustra la sua proposta: un piano di abbandono del mercato per 660 milioni di euro che consentirà di eleminare il 2% delle produzione del latte su base Ue. Il ministro spiega "che i costi di produzione sono molto elevati mentre il prezzo medio pagato ai nostri allevatori si aggira intorno ai 28-25 centesimi. Questo spiega la contrazione della produzione e dell’export non solo del latte ma anche dei formaggi con i nostri prodotti caseari in prima fila. Ma è un problema che riguarda l’Italia come la Francia, Germania, Austria e Olanda e gli altri paesi produttori. Il ministro dell’agricoltura lancia la sua proposta all’Europa: "Una misura comunitaria che sia compatibile con gli aiuti agli agricoltori, ma che non si riduca ad un intervento statalista come quello immagina to dalla commissione europea che propone di usare 600 milioni di fondi europei per 2009 e altrettanti per il 2010 in tutto un miliardo e 200 milioni per ritirare dal mercato latte in polvere e burro".
Decreto sull'etichettatura alla Ue Così Luca zaia, giovedì presenterà un decreto che verrà iinviato alla Ue perché il latte Uht, che spesso è straniero, abbia la dicitura "stalle estere".
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