Francesco Casaccia
da Roma
Non sono semplici i «passi formali» invocati dal ministro dellEconomia, Domenico Siniscalco, per le dimissioni del governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Ma nemmeno impossibili. Oltre alla moral suasion, che finora non ha prodotto risultati, la strada per «convincere» Fazio a lasciare passano attraverso lo statuto di Bankitalia. E precisamente per larticolo 19.
È il Consiglio superiore della banca, composto da 13 membri nominati dalle assemblee locali, che ha il potere di nomina e revoca del governatore, del direttore generale e dei due vice. «Per ladozione di siffatti provvedimenti - si legge nel regolamento dellistituto di via Nazionale - il Consiglio è convocato in seduta straordinaria per invito del governatore, se trattasi della nomina o revoca del direttore generale o dei due vice direttori generali, e del più anziano in ordine di nomina e di età dei suoi componenti, se trattasi della nomina o revoca del governatore». Inoltre, per quanto riguarda la nomina e la revoca del governatore, «il Consiglio è presieduto dal consigliere più anziano; le deliberazioni devono essere prese con la presenza di almeno due terzi dei membri del Consiglio, escluso il governatore, e con il voto favorevole di almeno due terzi per presenti».
Larticolo 19 dello statuto di Bankitalia prevede anche che la convocazione del Consiglio possa essere richiesta dal componente più anziano «quando ne faccia istanza scritta almeno i due terzi dei membri del Consiglio, non compreso il governatore. La convocazione deve aver luogo entro e non oltre 20 giorni dalla richiesta». Infine «le nomine e revoche debbono essere approvate con decreto del presidente della Repubblica, promosso dal presidente del Consiglio di concerto con il ministro del Tesoro, sentito il Consiglio dei ministri». In base a questo regolamento, toccherebbe a Paolo Emilio Ferreri, consigliere in carica dal 1980, avviare la procedura. Storicamente, però, lorgano di controllo di Bankitalia non si è mai schierato contro il governatore in carica.
Un altro «passo formale» potrebbe essere quello di un intervento parlamentare. La nomina di ogni governatore, infatti, ha un passaggio istituzionale nelle competenti commissioni di Camera e Senato che si devono esprimere. E proprio deputati e senatori potrebbero sollevare la questione in maniera formale e ufficiale. In questo caso, però, si tratterebbe sempre di una sorta di moral suasion o poco più.
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