Buongiorno dottoressa Valeria Braghieri, le scrivo per raccontarmi un po’, per riferirle uno stato emotivo che da qualche tempo mi fa soffrire, si tratta del «rimpianto». Le vorrei chiedere un parere, se può un aiuto. Mi chiamo Ascanio F., 77 anni, abito in Lombardia, ho lavorato per una vita intera come impiegato di concetto, occupandomi di conti e macchinari. Penso e ripenso al tempo perduto. Ripenso a certe esperienze giovanili che non ho avuto il coraggio di vivere. Eccone una, per farmi capire (con nomi di fantasia). Da ragazzo, durante le vacanze scolastiche, andavo ospite nella villa di un amico, nella zona del Lago di Luino, nella provincia di Varese. Di giorno si passeggiava o si andava in barca o ci si adoperava per cogliere i fiori con la sorella piccola del mio compagno di classe (che bello il Ginestrino giallo!); la sera si stava a casa con sua mamma. La signora Ines, sulla quale fantasticavo spesso per via della sua avvenenza, un pomeriggio tardi mi aspettò fuori dalla doccia, c’era il temporale. Avevo una sensazione di freddo. La trovai particolarmente gentile, prese ad asciugarmi la schiena con dolcezza, la lasciai fare, la sua mano... Ricordo lo scatto che feci, la fuga in camera, la ricerca del mio amico (Rip), rimasto sempre all’oscuro di tutto. Il giorno dopo lei imbarazzata, glaciale, distante, a dir poco. Quante volte ci ho ripensato, anche in maniera stupida, goliardica. Che male ci sarebbe stato se avessi accettato quell’«affetto», ai miei tempi si diceva tra ragazzi, «la nave scuola»... Peccato, non ho avuto il coraggio di vivere e oggi, che ho una certa età, me ne pento, rivedendo la mia vita, ordinaria.
Ascanio F.
Caro Ascanio, la «nave scuola» in questione sarebbe stata la mamma del suo migliore amico, quindi non proprio una figura «neutra» con la quale esercitarsi a diventare sessualmente adulti. Se il rimpianto non occupasse tanto spazio dell’animo umano, la letteratura, la cinematografia e la canzone non ne sarebbero piene. Quindi c’è da comprendere la sua nostalgia per il tempo andato e le occasioni non colte. Ma non annovererei questa tra le situazioni che avrebbe dovuto portare a termine diversamente. Credo sia andata bene così.
Con lei in fuga da quella doccia e la signora che, il giorno dopo, si è sentita colta da un meritato disagio per aver tentato di sedurre l’amico di suo figlio. Cerchi altre nicchie romantiche alle quali appendere ciò che non è stato.
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