É morto all'età di 90 anni Rino Tommasi, maestro di giornalismo e uno dei maggiori esperti italiani di pugilato e tennis. Per anni ha fatto coppia in telecronaca con Gianni Clerici. Negli anni ottanta ideatore e conduttore di "La grande boxe", rotocalco televisivo a cadenza settimanale di pugilato, in onda sulle reti Fininvest. Spesso in coppia con l'amico Clerici ha commentato i principali avvenimenti tennistici per le reti per le quali i due hanno lavorato fino al 2010, a partire da TV Koper Capodistria, passando per Tele+ e Sky Sport. Le sue telecronache sono diventate famose per la competenza e l'ironia dei due commentatori.
La carriera
Giornalista, poi telecronista televisivo e organizzatore di eventi di pugilato, ha iniziato nel 1953 nell'agenzia "Sportinformazioni", dedicata allo sport, che svolgeva anche la funzione di ufficio di corrispondenza milanese per il Corriere dello Sport. Firma di punta per il tennis della Gazzetta dello Sport, ha lavorato anche per il Messaggero, il Gazzettino di Venezia e il Mattino di Napoli. Ha anche fondato un settimanale all'inizio degli anni Settanta, "Tennis Club". Nel 1981 viene scelto come primo direttore dei servizi sportivi di Canale 5. Inizia così la sua carriera di telecronista, che si incrocia con quella di Gianni Clerici, a cui è intitolata la sala stampa del Foro Italico.
Insieme hanno commentato i principali avvenimenti tennistici per le reti per le quali i hanno lavorato fino al 2010, a partire da TV Koper Capodistria, passando per Tele+ e Sky Sport. Per lui, Clerici ha coniato il soprannome di "ComputeRino", per la sua maniacalità nel registrare record e statistiche. Per Clerici, Tommasi aveva inventato l'altrettanto celebre etichetta di "Dottor Divago". L'altra sua grande passione era il pugilato, di cui è stato primo impresario italiano in particolare al Palazzo dello Sport di Roma con la sua ITOS (Italiana Organizzazioni Sportive). Premiato nel 1982 e nel 1991 dall'ATP come Tennis Writer of the Year, Giornalista sportivo dell'anno, ha vinto anche il prestigioso Ron Bookman Media Excellence Award (1993).
Chi era Rino Tommasi
Quando non c'era ancora Sinner e le vittorie negli Slam e in Coppa Davis, erano solo un'utopia, Rino Tommasi ha rappresentato (meglio di chiunque altro) l’Italia del tennis. Una qualità che gli è stata riconosciuta a livello internazionale. "Prima di internet c’ero io" scherzava ma non troppo, parlando della sua passione per numeri e statistiche, che portò alla battuta persino un serioso come Arthur Ashe. "Senza di te non avrei mai saputo quante volte ho perso contro Laver" gli disse il campione americano. "Gli americani hanno costruito Flushing Meadows in otto mesi. Nello stesso tempo, in Italia una pratica non passa da una scrivania all’altra". Frase tristemente d’attualità se si pensa alla realtà sportiva e non del nostro Paese. Combattuto tra tennis e boxe. "Ma ho sempre detto che, se dovessi scegliere tra la finale di Wimbledon e il mondiale dei pesi massimi, andrei a Wimbledon". Una volta espresse un concetto simile a uno stranito Mike Tyson.
Esempio di un’onestà intellettuale cristallina, l’incapacità di scendere a compromessi con la sua coscienza. Un uomo libero di cui sentiremo la mancanza, specie nell’epoca in cui i giornalisti stanno perdendo la spina dorsale. "Ci pagano per svolgere un lavoro per il quale pagheremmo noi… Forse sarebbe meglio che non lo sapessero!" amava ripetere spesso. Tommasi non ha mai fatto giornalismo urlato. Non ne aveva bisogno, in nome di una personalità spiccata e di una preparazione fuori dal comune. "Ci pagano per svolgere un lavoro per il quale pagheremmo noi… Forse sarebbe meglio che non lo sapessero!". Non si è mai piegato al "potente" di turno e nemmeno al giocatore più forte. "Dice le cose in faccia – ebbe a dire Adriano Panatta –però è sempre stato esplicito. Te le dice, non te le manda a dire, espone le sue ragioni e non ha secondi fini. Si può essere in disaccordo, mai però immaginare che ti stia tendendo un tranello".
A Rino Tommasi si deve molto, a partire dalla capacità di educare gli appassionati a una cultura sportiva diversa da quella dominante, secondo cui un evento è interessante (e dunque merita di essere seguito) soltanto se c’è un italiano vincente. Tantissimi appassionati si sono innamorati del tennis anche senza aazzurri nei primi dieci, e questo è tra i principali meriti di Tommasi. Per questo, lo hanno spesso accusato di essere anti-italiano. "Io lo considero un complimento! – disse nel 2007 –Questo succede perché purtroppo le generazioni dei nostri teleascoltatori sono abituate a cronisti patriottici e allora avvertono come antipatriottica l’obiettività. Questa è la ragione principale. Molti ci accusano addirittura di essere contenti se i giocatori italiani perdono, ma non è affatto vero, soprattutto per uno che fa il mio mestiere. Se Becker fosse nato a Merano io avrei fatto molte più cronache interessanti e anche da un punto di vista giornalistico avrei avuto dei grandi vantaggi". Il grande rimpianto è che vista l'età non abbia potuto seguire e raccontare le prodezze di Sinner. Sarebbe stato davvero interessante sapere la sua sul campione alto-atesino o per lo meno godersi la sua telecronaca di un match di Jannik.
Profetico nelle previsioni: "Se Stefan Edberg non vince il torneo di Wimbledon entro cinque anni, smetto di scrivere di tennis". Il campione svedese, per cui lui stravedeva, vinse il primo titolo sull'erba londinese nel 1988, esattamente cinque anni dopo questa frase. Ancora oggi le sue invenzioni linguistiche sono indelebili. Circoletto rosso, Veronica, punteggio isoscele, voleé agricola, nastro azzurro, gli ha fatto fare il tergicristallo. Ma anche anomalo, periodico, ricamo, benedizione. E ce ne sarebbero tante altre. Perle di saggezza e ironia.
Rileggendole, ci si sorprende nel rendersi conto di quante frasi, quanti concetti, quanti neologismi siano stati coniati da Rino Tommasi e vengano utilizzati ancora oggi, sdoganati dal linguaggio comune. E come se il grande Rino stia insieme a noi, ogni volta che guardiamo una partita di tennis. Con il suo "circoletto rosso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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