Continua a tenere banco il caso della boxe alle Olimpiadi. Ormai giunto a conclusione, il torneo di Parigi verrà ricordato per i dubbi sulla presenza di due pugili esclusi dall'Iba perché, ai test di genere, sarebbero stati riscontrati nel loro Dna cromosomi maschili. Lin Yu-ting e Imane Khelif vengono definiti come atleti "intersessuali", ossia soggetti con caratteristiche sessuali comuni a entrambi i generi. Entrambe sono in finale alle Olimpiadi e concorrono per una medaglia d'oro dopo aver vinto nettamente gli incontri precedenti. Non si scontreranno, perché appartengono a due categorie diverse, ma l'attenzione nei loro confronti è altissima.
Lin Yu-ting ha rilasciato un'intervista all'emittente Cna English News, registrata prima dell'inizio della competizione olimpica ma resa pubblica solo successivamente, la pugile di Taiwan si è scagliata proprio contro l'Iba, accusando la federazione pugilistica di averla "messa deliberatamente alla gogna" con un "test falso". La posizione dell'atleta è chiara: le accuse nei suoi confronti sono tutte false. Ma l'Iba sembra essere particolarmente sicuro del suo test e delle modalità con le quali è stato condotto. "È ovvio che mi dà fastidio leggere certe osservazioni, ma tutto quello che possiamo fare è dire a noi stessi che non possiamo controllare quello che dicono. Lasciamo che parlino, ma ho la coscienza pulita su questo. Dopotutto, abbiamo dimostrato che era falso", ha dichiarato.
Lin Yu-ting ha avanzato la tesi che poi è stata sposata anche dal Cio sul fatto che i test siano stati condotti in maniera approssimativa e che, pertanto, non fossero utilizzabili. Di contro, però, il Cio in nome dell'inclusione ha adottato la strategia opposta, ossia quella del no-test. "A volte quando vado in bagno mi chiedono: ‘È quello giusto?' E io devo rispondere che sono una donna. Forse è anche per la mia altezza e il mio taglio di capelli", ha proseguito la pugile, sostenendo che "se avessi portato i capelli lunghi, avrei dovuto dedicare molto tempo alla loro sistemazione e non avrei avuto il tempo di riposarmi tra la mia routine mattutina e quella pomeridiana. Senza il giusto riposo, come potrei allenarmi duramente?".
In realtà, il taglio di capelli non è mai stato in discussione ma a causare confusione in queste due olimpiadi sono le due diverse politiche, per le quali un'atleta può competere in un circuito ma non in un altro. Il presidente di Taiwan Lai Ching-te, nel frattempo, ha incaricato il governo di Taiwan di intraprendere un'azione legale dopo i Giochi.
"Gli aspetti legali, con tutte le prove e le informazioni già raccolte dagli avvocati, saranno molto probabilmente affrontati dopo la competizione", ha detto il portavoce del gabinetto Chen Shih-kai in una conferenza stampa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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