Caso Khelif, la sparata del Cio: "Non possiamo distinguere uomo da donna"

Secondo il presidente Thomas Bach non esiste un sistema scientifico sicuro per differenziare gli uomini dalle donne: il nadir del buonsenso

Caso Khelif, la sparata del Cio: "Non possiamo distinguere uomo da donna"
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Le Olimpiadi di Parigi 2024 verranno senz’altro ricordate per la cerimonia inaugurale, per il disastroso villaggio olimpico e per la boxe. Sì, perché i casi di Imane Khelif e di Lin Yu-Ting continuano a tenere banco e non potrebbe essere altrimenti. Le due pugili, una algerina e l’altra taiwanese, erano state escluse dai mondiali perché considerate biologicamente maschi dai test dell’Iba, federazione esclusa dall’organizzazione dei giochi. Il Cio, invece, ha garantito a entrambe la possibilità di competere con le donne e sono entrambe arrivate in finale per l’oro nelle rispettive categorie di peso. Lo scontro è infuocato, ma oggi è arrivata l’ennesima chicca dal comitato olimpico: secondo il presidente Thomas Bach non esiste un sistema scientifico sicuro per identificare uomini e donne.

Nell’epoca della religione woke tutto è possibile, ma poi c’è il buonsenso, che porta a confutare certe sparate. Ovviamente quanto affermato dal presidente del Cio non è vero – è assolutamente possibile stabilire con certezza se una persona è un uomo e una donna – e le sue dichiarazioni sono destinate a riaccendere lo scontro. Il comitato olimpico ha sempre tenuto la barra dritta sul dossier, confermando che sia la Khelif che la Yu-Ting sono donne. Ma la scarsa chiarezza sui test effettuati non gioca a favore delle tesi e l'Iba anche nelle ultime ore ha ribadito la sua posizione: le due atlete non dovrebbero compete con le donne.

"Se la situazione relativa a Imane Khelif è andata fuori controllo? Quale sarebbe stata l'alternativa? Escludere due donne dalla partecipazione a una competizione femminile a causa di accuse basate su dati inaffidabili? Fino al 1999 esistevano i cosiddetti test sessuali, poi la scienza ci ha detto che non erano più affidabili, che non funzionavano più come prima per quanto riguarda i cromosomi e altre misurazioni", il giudizio di Bach in conferenza stampa. Il numero uno del Cio ha aggiunto che i test sessuali sono contrari ai diritti umani in quanto invasivi e per questo motivo è stato messo a punto un nuovo sistema: “Pertanto, la nostra decisione è molto chiara: alle donne deve essere consentito di prendere parte alle competizioni femminili”.

Ma non solo. Bach ha infatti evidenziato che se qualcuno presentasse un sistema scientificamente solido su come identificare uomini e donne, sarebbero i primi ad adottarlo: “Non ci piace questa incertezza. Non ci piace per la situazione generale, per nessuno. Quindi saremmo più che lieti di esaminarlo.

Ma ciò che non è possibile è che qualcuno dica: 'Questa non è una donna’, semplicemente guardando qualcuno o cadendo preda di una campagna di diffamazione da parte di un'organizzazione non credibile con interessi altamente politici”. Il caso continuerà a tenere banco ed è persino in bilico il torneo di boxe ai giochi del 2028 in programma a Los Angeles. Seguiranno aggiornamenti...

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