Nonno Mike

Il farsesco incontro di pugilato Tyson-Paul

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Guarnacci: «Ma perché hai abbandonato?». Artemio Altidori: «Lo so io perché: i cazzotti fanno male». Dialogo tra Ugo Tognazzi-Guarnacci e Vittorio Gassman-Artemio nell'episodio «La nobile arte», del film I Mostri di Mario Monicelli. Ho rivisto quei meravigliosi e drammatici fotogrammi seguendo l'incontro farsesco tra Mike Tyson e Jake Paul, otto finti round, sul ring dell'AT& T di

Arlington, in Texas. Ha vinto Netflix che ha trasmesso il match in 50 Stati e 38 Paesi, con insulti e maledizioni per lo streaming che ha fatto saltare spesso la connessione, tutto il mondo è Dazn. Trecento milioni di dollari il giro di denaro dell'evento, quaranta milioni la borsa per il vincitore Jake, venti per Iron Mike, otto riprese da due minuti l'una, senza storia, senza cronaca, senza senso, la leggenda di Tyson ridotta a fenomeno circense, l'ultimo suo match, perso, risaliva a diciannove anni fa. Epilogo depresso tra i

buuu del pubblico, Paul, prima di portare l'ultimo pugno, ha accennato

a un inchino per l'ex campione, poi ha volutamente evitato il colpo da ko. Guarnacci: «Ma lo sai che Bordignon ci ha il sinistro di vetro?», Artemio: «L'ho visto combattere in tv, ci ha il pugno di vetro, infrangibile!».

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