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Quando ha cominciato ad avvistare la spiaggia dorata accanto al porto di Margate, nel Kent, si è messo a piangere. Finalmente in posizione eretta, le gambe barcollanti, si è trascinato fino alla riva. Pensava ad un arrivo trionfale, ma era letteralmente a pezzi. Più che legittimo, del resto. La folla radunata lo applaudiva senza sosta, le tv lo tempestavano di domande e i medici di integratori. Esausto, ma felice: l'inglese Ross Edgley aveva appena circumnavigato la Gran Bretagna a nuoto.
A nuoto intorno alla Gran Bretagna
Nessuno ci era mai riuscito prima. Anche perché, soltanto a pensarla, sembrava davvero un'impresa irrealistica. Come fai anche soltanto ad immaginare di poter coprire con la sola forza delle braccia e delle gambe tutto quello specchio d'acqua? Pareva una roba difficile persino per un delfino o una balenottora azzurra. Figurarsi un essere umano. Il 33enne Edgley però aveva scrollato le spalle. Lui non era nuovo a tentativi estremi. Nel suo curriculum, in ordine sparso: nuotatina da lato a lato nel lago di Loch Ness a 5 gradi centigradi; altra sbracciata di 100 km nel mar dei Caraibi con un carico appeso addosso pesante 50kg; maratona lunga trascinandosi una Mini (la macchina) per tutto il tragitto. La giusta dose di follia per non scomporsi troppo di fronte al progetto. Così, allenato a dovere, era partito assieme ad un'equipe su un catamarano, un giorno di giugno del 2018. Poteva soltanto immaginare quanto ci avrebbe messo. Prima di tutto era in forte dubbio che ce l'avrebbe fatta.
In acqua per 157 giorni di fila
Il programma è chiaro. Dodici ore al giorno di bracciate e dodici di riposo sul catamarano. Non si torna sulla terraferma finché non si è finito il giro dell'isola. Ross parte dosando le energie. Sa bene che non serve a nulla sprintare, perché questa è a tutti gli effetti una maratona acquatica. Deve sapersi gestire in un contesto selvaggio, perché le correnti intorno alla Gran Bretagna sono tutt'altro che amichevoli e la nuotata non può essere placida, lineare. Ancora non può saperlo, ma per completare l'impresa gli ci vorranno 157 giorni di bracciate.
Meduse, ferite e kg presi: quanti ostacoli!
Le immense distese d'acqua che circondano l'isola, si diceva, sono tutto fuorché una piscina. Ross è seguito a vista dall'imbarcazione, ma questo non gli consente di schivare certi pericoli che si annidano sotto di lui. Come le meduse. L'inglese sbatte contro una quantità di banchi esorbitante, portando a casa un referto raro: 37 ustioni disseminate su tutto il corpo. Non basta. Deve anche schivare gli sporadici squali che passano da lì e le numerose navi cargo che solcano quei tratti. Con tutte quelle ore in acqua, inoltre, la pelle si lacera inevitabilmente e le ferite che si formano, riempite dal sale marino, faticano a richiudersi. Ross si tuffa ogni giorno ricoperto di unguenti e di vaselina, ma non è sufficiente. Certi dolenti squarci dovrà trascinarseli fino alla fine. E pure una spalla strappata, a causa della costante sollecitazione. Poi, uno pensa che con tutta quella attività fisica ci sia da rimanere pelle ed ossa. Nulla di più sbagliato. Edgley disperde quotidianamente una quantità monstre di calorie e, ogni volta che risale sulla barca, deve rifocillarsi per cinque. Ingurgita pudding, banane, pizza e altri elementi altamente ricchi di calorie e potassio, per settimane. E alla fine, quando arriva alla meta, pesa 10 kg in più di quando è partito.
L'arrivo: un record impensabile
Nel frattempo la sua impresa è diventata virale sui social. E gli ultimi km in mare se li fa affiancato da un folto gruppo di ammiratori - circa 300 - che nuotano in sincrono con lui. Compie lo sforzo finale e finalmente, dopo oltre cinque mesi, esce dall'acqua. La pelle è violacea, devastata.
Sul collo spunta una profonda ferita e tutto il corpo è martoriato. Ma il record è raggiunto, perché non si è mai fermato, nonostante tutte le difficoltà. Ora Ross può concedersi un sorriso disteso. Per un po', di tornare in acqua, non se ne parla proprio.
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