"24 volte più potente della bomba di Hiroshima". Prende forma "l'atomica di Trump"

La B61-13 sarà pronta entro l’anno fiscale: bomba nucleare Usa progettata contro obiettivi strategici. Ma Trump punta a un'intesa globale per ridurre gli arsenali

"24 volte più potente della bomba di Hiroshima". Prende forma "l'atomica di Trump"
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Lo sviluppo da parte degli Stati Uniti della B61-13, una bomba nucleare 24 volte più potente di quella di Hiroshima, è “significativamente in anticipo” rispetto a quanto previsto. Ad affermarlo alla rete Fox News è un portavoce dell’Amministrazione nazionale per la sicurezza nucleare (Nnsa), l'agenzia che gestice le scorte atomiche degli Usa, secondo il quale la prima unità di produzione di tale bomba nucleare sarà completata entro “quest’anno fiscale”.

Il portavoce della Nnsa ha dichiarato che è stata “accelerata la consegna dell’arma sfruttando i processi produttivi del programma correlato B61-12, la cui unità finale è stata ultimata nel 2024, e implementando una serie di innovazioni tecniche per ottimizzarne la produzione”. “La B61-13", ha proseguito, "fornirà opzioni aggiuntive contro alcuni obiettivi militari più difficili e di vasta portata”.

Il progetto della B61-13 è stato annunciato nel 2023 dal Pentagono in un comunicato in cui si legge che “la decisione di perseguire questa capacità (...) risponde alle esigenze di un ambiente di sicurezza in rapida evoluzione". All'epoca il dipartimento della Difesa ha inoltre sottolineato che “gli Stati Uniti hanno la responsabilità di continuare a valutare e mettere in campo le capacità necessarie per scoraggiare in modo credibile e, se necessario, rispondere agli attacchi strategici e rassicurare i nostri alleati”.

La decisione di dotarsi della B61-13 è legata alla revisione della postura nucleare del 2022 in cui si fa riferimento alla crescente dipendenza nucleare di Russia e Cina. Tale arma, spiegano dal Sandia National Laboratories dove è sviluppata, è al momento in piena produzione e in anticipo di sette mesi grazie ad “una pianificazione innovativa” e con “una riduzione di oltre il 25% dei tempi complessivi per la prima unità di produzione”. Ad essere armati con la B61-13 saranno all'inizio i bombardieri B-2 Spirit e successivamente i bombardieri invisibili B-21.

Questa settimana Brandon Williams, il candidato amministratore della Nnsa nominato da Donald Trump, ha dichiarato nel corso delle udienze al Congresso in vista della sua conferma che non intende consigliare la ripresa dei test nucleari, condotti dagli Usa l’ultima volta nel 1992. L’ex deputato ha precisato che comunque la decisione sarebbe al di sopra delle sue competenze e che preferirebbe basarsi su “informazioni scientifiche” ricavate dai test di detonazione non nucleare.

Il presidente Trump ha spesso manifestato un certo scetticismo rispetto alle armi atomiche. In un’intervista rilasciata il mese scorso il tycoon ha infatti detto che per esse “spendiamo molti soldi” ed è “davvero brutto dover spendere tutto questo denaro per qualcosa che, se usata, comporterà probabilmente la fine del mondo”. L’avversione alle armi nucleari attribuita al capo della Casa Bianca è in parte alla base del recente annuncio di negoziati tra Stati Uniti e Iran finalizzati ad impedire l'ottenimento di armi atomiche da parte del regime degli ayatollah.

Mentre Trump, con un occhio al premio Nobel, sembra puntare ad un'intesa con Pechino e Mosca per la riduzione dei rispettivi arsenali, l’Heritage Foundation, il più importante centro studi convervatore

americano, avverte l’amministrazione repubblicana che Washington non ha armi nucleari tattiche per combattere contro la Cina in caso di una guerra nel Pacifico. Un allarme che la Casa Bianca non potrà permettersi di ignorare.

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