
Voi che pensate che ci sia sempre un complotto dietro un risultato di una partita, sappiate che questo non succede solo nel calcio. Solo che almeno inseguendo un pallone si sa com’è andata a finire, mentre il cricket – e sia detto questo con il massimo rispetto per chi gioca a cricket, anche in Italia – resta probabilmente l’ultimo avamposto del risultato crittografato, tanto è difficile per noi umani capire chi ha vinto.
Leggiamo in pratica, dal Telegraph, di un sospetto che qualcuno abbia voluto favorire l’India nel Challenge Trophy, ovvero uno dei trofei più importanti di questo sport: siccome gli indiani per decreto presidenziale non possono andare a giocare in Pakistan (questo dopo l’attentato di Mumbai del 2008), allora è stato loro consentito di farsi un campo a Dubai e aspettare gli avversari al varco. Risultato: il Sudafrica s’è fatto un viaggio inutile perché non era certo, per un nonsoché del regolamento, di disputare la sfida contro i fintamente padroni di casa (ed infatti il match non c’è stato); la Nuova Zelanda invece, dopo 1800 km di trasferta, ha perso la finale appunto contro l’India che non si era spostata neanche di un metro.
Insomma uno scandalo, secondo qualcuno, certificato da un risultato che continuerà a rimanere un mistero per la maggior parte di noi: 254-6 a 251-7. I bene informati sostengono che l’India abbia vinto per 4 wicket, che poi son dei bastoncini di legno, e il Telegraph insiste nell’affermare che sono proprio loro i più forti del mondo.
Però proprio i vincitori hanno ammesso che sì, “giocare sempre sullo stesso campo ci ha un po’ favoriti”. Noi che preferiamo non pensare sempre male diciamo che, complotto a parte, il punteggio alla fine non mente. Sapendolo decifrare, s’intende.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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