Un altro cristiano ucciso in Egitto nel giorno in cui Il Cairo richiama dal Vaticano il proprio ambasciatore per manifestare insofferenza verso le «ingerenze» del Papa sulle violenze subite dalla comunità copta. La vittima è un settantenne, ucciso a colpi di pistola da un poliziotto salito a bordo di un treno nel sud del Paese e che subito ha aperto il fuoco sui passeggeri, ferendone altri cinque, tutti cristiani tranne uno. Non è ancora certo che laggressore sia stato mosso da odio religioso e le informazioni filtrano a fatica, ma lepisodio mantiene tesissime le relazioni tra cristiani e musulmani. Tanto che in serata lambasciatrice egiziana è stata ricevuta in Vaticano e al termine dellincontro è stato emesso un comunicato in cui la Santa Sede si dice pienamente daccordo con lEgitto nello sforzo di «evitare lescalation dello scontro e delle tensioni per motivazioni religiose».
Rimane però il fatto che lambasciatrice, signora Aly Hamada Mekhemar, è stata richiamata in patria per consultazioni. Non sono piaciuti al governo del Cairo i due interventi di Benedetto XVI sul delicato tema della protezione della minoranza cristiana copta in Egitto. Il 3 gennaio il Papa aveva condannato durante lAngelus il sanguinoso attentato in una chiesa di Alessandria e laltro ieri, nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, aveva ribadito «lurgente necessità per i governi della regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose». Ieri la risposta del Cairo, giunta piuttosto inattesa nei palazzi apostolici.
Il forte appello del Papa è stato interpretato al Cairo come una forma di indebita ingerenza negli affari interni egiziani. Proprio questo concetto critico aveva espresso limam di al-Azhar, la più prestigiosa istituzione dellislam sunnita in Egitto, Ahmed al-Tayeb. È stato il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Hossam Zaki, a rendere noto il provvedimento, spiegando che le nuove dichiarazioni del Vaticano concernenti gli affari interni egiziani» che «sono considerate dallEgitto come uningerenza inaccettabile». E «la posizione dei copti fa parte integrante degli affari interni egiziani». Zaki ha spiegato che il ministro degli Esteri Ahmed Abul Gheit avrebbe inviato al suo omologo vaticano una lettera che si concentrava sulla «preoccupazione dellEgitto di evitare lescalation dello scontro e delle tensioni per motivazioni religiose» e sulla volontà del Paese di puntare al dialogo, incitando «i responsabili del Vaticano ad evitare di evocare gli affari interni egiziani nelle loro dichiarazioni e nei loro contatti con certi Paesi europei».
Ieri sera, come si diceva, lambasciatrice egiziana è stata ricevuta in Vaticano.
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