Il mare, sin dai tempi antichi, ha rappresentato una fonte di vita, commercio e risorse per l'umanità. Tuttavia, nel ventunesimo secolo, l'importanza economica degli oceani è destinata a crescere esponenzialmente, dando vita a un nuovo paradigma: l'economia del mare. Questo concetto abbraccia una vasta gamma di settori, dalla pesca passando per l'acquacoltura, dalla ricerca scientifica al turismo marino fino alla produzione di energia rinnovabile.
La pesca e l'acquacoltura rappresentano da sempre una parte significativa dell'economia marina. Tuttavia, con la crescente domanda di proteine animali e la minaccia della sovrapesca, è diventato cruciale adottare pratiche sostenibili. L'innovazione tecnologica, come l'uso di sistemi di pesca selettivi e l'adozione di pratiche di acquacoltura responsabili, sta consentendo di mantenere le risorse marine per le generazioni future.
Turismo marino
Il turismo marino è in costante crescita, attratto dalle meraviglie degli oceani, dalle barriere coralline alle avventure subacquee. Questo settore offre non solo opportunità di svago, ma anche possibilità di sviluppo economico per le comunità costiere. Tuttavia, è fondamentale bilanciare lo sviluppo turistico con la conservazione ambientale, preservando i delicati ecosistemi marini.
L'energia rinnovabile rappresenta un'altra frontiera nell'economia del mare. Dalle turbine eoliche offshore ai sistemi di sfruttamento dell'energia delle onde e delle maree, il mare offre un vasto potenziale per la produzione di energia pulita. Queste tecnologie non solo riducono l'impatto ambientale rispetto alle fonti di energia convenzionali, ma possono anche contribuire a ridurre la dipendenza dalle fonti non rinnovabili.
Ecosistemi unici
Il mare nasconde ancora molti segreti da scoprire, e la ricerca scientifica è fondamentale per comprendere e preservare i suoi ecosistemi unici. Dalla bioprospezione alla cartografia oceanica, gli investimenti nella ricerca marina possono portare a nuove scoperte scientifiche, alla salvaguardia della biodiversità marina e alla gestione sostenibile delle risorse oceaniche.
Nonostante le molte opportunità offerte dall'economia del mare, ci sono anche sfide da affrontare. La gestione sostenibile delle risorse marine, la lotta all'inquinamento plastico e il cambiamento climatico sono solo alcune delle sfide urgenti che richiedono azioni coordinate a livello globale.
Tuttavia, con una visione lungimirante e investimenti mirati, l'economia del mare può diventare un motore di sviluppo sostenibile, offrendo prosperità economica mentre protegge e conserva le preziose risorse marine per le generazioni future.
Insomma, l'economia del mare non è solo un settore in crescita, ma anche una promessa di un futuro più sostenibile, in cui l'umanità collabora con gli oceani anziché sfruttarli, aprendo nuovi orizzonti di opportunità e prosperità per tutti.
La transizione energetica
Il ruolo del mare nella transizione energetica emerge come una forza trainante, particolarmente evidente nella Blue Economy, un ambito complesso e diversificato che mira a generare valore economico ed ecologico sfruttando le risorse marine.
La Blue Economy abbraccia una vasta gamma di settori, secondo i criteri stabiliti dall'Unione Europea. Questi includono la protezione delle risorse geologiche e del paesaggio costiero, la conservazione degli stock ittici e delle specie marine, la produzione e la distribuzione di energia rinnovabile ottenuta dal mare, le operazioni portuali e l'intera industria navale, dalla costruzione al trasporto marittimo, fino al turismo costiero e all'acquacoltura. Nel futuro, la crescente richiesta di sostenibilità ambientale spingerà verso l'adozione di pratiche innovative, come l'estrazione di energia dalle onde e dalle maree, la coltivazione di alghe, lo sviluppo di attrezzi da pesca eco-compatibili e la riabilitazione degli ecosistemi marini, creando così nuove opportunità di lavoro e imprese nel settore della Blue Economy.
Rivoluzione verde
L'obiettivo principale è creare un ecosistema sostenibile che possa avere un impatto positivo a lungo termine sulla salute dei mari e degli oceani, diventando il fulcro delle rivoluzioni "verde" e digitale. Ad esempio, in Liguria, con il porto di Genova e le sue attività connesse, si sta assistendo a una crescente integrazione tra tecnologia e ambiente marino.
Secondo le stime del Blue Planet Economy European Maritime Forum, il valore complessivo della Blue Economy in Europa ammonta a 218 miliardi di euro, con circa 5 milioni di occupati. L'Italia, contribuendo con oltre un quinto di questo valore, si posiziona al centro di questa rivoluzione economica, con una Blue Economy che sfiora i 47,5 miliardi di euro, pari al 3% del PIL nazionale.
Per la Commissione Europea, un'economia marina sostenibile è cruciale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e garantire una ripresa post-pandemia incentrata su un ambiente ecologico e inclusivo. Un mix energetico sostenibile derivante dagli oceani, comprensivo di energia eolica offshore, energia termica, onde e maree, potrebbe contribuire fino al 25% dell'approvvigionamento elettrico dell'Unione Europea entro il 2050. La transizione ecologica, l'innovazione e la valorizzazione dei porti come centri duali per il commercio e la produzione energetica sono elementi chiave del piano per la blue economy presentato dalla Commissione nel 2021.
La sfida della transizione verso un'economia più sostenibile non può ignorare il ruolo predominante che il mare gioca sul nostro pianeta. In particolare, per paesi come l'Italia, che si trovano al centro del Mediterraneo, un mare sempre più turbolento e influenzato.
“L’Europa ha iniziato un percorso di consapevolezza della risorsa mare. Di quello che sviluppa non solo come fonte primaria, energia, cibo ma anche di salvaguardia della biodiversità. Regolamentazione di quelle azioni che devono essere messe in campo per combattere i cambiamenti climatici. Abbiamo diversi provvedimenti, non ultimo abbiamo voluto dare una considerazione al mare profondo che ci permette oggi di poter dire come l’acqua è un elemento essenziale su cui bisogna fare attenzione e su cui bisogna creare una panificazione e una regolamentazione che ci consenta rafforzare un’economia che è sempre stata sottovalutata”, ha dichiarato Salvatore Di Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo.
Secondo Giovanni Acampora, presidente di Assonautica Italiana, intervenuto al 3° Summit nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum a Gaeta, “dobbiamo diventare l'hub energetico dell'Europa nel Mediterraneo. L'Italia è un pontile con tanti posti in barca e noi dobbiamo in qualche modo rivendicare il ruolo strategico. Dobbiamo rimettere al centro il tema del mare che negli ultimi anni era un po' andato perso.
E dobbiamo dire che questo governo lo sta facendo e l'interesse lo dimostrano i 300 stakeholder che rappresentano l'oltre 90% delle imprese della filiera che lavora con la Blue Economy". Insomma, la posta in palio è altissima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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