I punti chiave
Il termine biodiversità, coniato nel 1988 dall'entomologo americano Edward O. Wilson, indica in sostanza la ricchezza di vita sulla Terra.
Essa esprime il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi anche rispetto agli ambienti e al tempo.
La biodiversità è stata definita dalla Convenzione sulla diversità biologica (CBD) firmata a Rio de Janeiro nel 1992 come la variabilità di tutti gli organismi viventi inclusi negli ecosistemi acquatici, terrestri e marini e nei complessi ecologici di cui essi sono parte.
Le interazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente fisico danno luogo a relazioni funzionali che caratterizzano i diversi ecosistemi garantendo la loro resilienza, il loro mantenimento in un buono stato di conservazione e la fornitura dei cosiddetti servizi ecosistemici.
Tre sono i tipi di diversità che la convenzione riconosce: genetica, di specie e di ecosistema. La prima definisce la differenza dei geni all’interno di una determinata specie. La seconda comprende la ricchezza di specie, misurabile in termini di numero delle stesse specie presenti in una determinata zona, o di frequenza delle specie. La diversità di ecosistema infine definisce il numero e l’abbondanza degli habitat.
Come riferisce l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), la biodiversità, oltre ad essere un valore di per sé, rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema. Infatti è stato dimostrato, sempre secondo quanto riferisce Ispra, che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali. La biodiversità inoltre è importante anche perché è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi.
La biodiversità in Italia
Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, l’Italia, a livello di specie, ha un patrimonio tra i più significativi in Europa.
Rispetto al totale di specie presenti nel nostro continente, in Italia vive oltre il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali. E questo su una superficie che è un trentesimo di quella di tutta Europa.
Più in dettaglio, la fauna è stimata in oltre 58.000 specie, con un’incidenza di specie endemiche pari a circa il 30%. La flora è costituita da oltre 6.700 specie di piante vascolari (di cui il 15% endemiche), 851 di muschi e 279 di epatiche. Per quanto riguarda i funghi, sono conosciute circa 20.000 specie di macromiceti e mixomiceti, funghi visibili a occhio nudo.
La difesa della biodiversità
La biodiversità attualmente esistente è il risultato di circa 4 miliardi di anni di evoluzione. Ma i pericoli sono in agguato.
I meccanismi attraverso cui la diversità viene erosa o distrutta infatti sono molteplici. Alcuni esempi sono la perdita e la frammentazione di habitat, lo sfruttamento eccessivo, l'inquinamento e l'introduzione di specie alloctone.
L’inestimabile patrimonio di biodiversità va dunque tutelato.
Il Ministero dell’Ambiente, tra le diverse azioni, ha predisposto nel 2010 la Strategia nazionale per la biodiversità, di cui nel 2016 è stata prodotta la revisione intermedia fino al 2020. Nel 2021 è iniziato inoltre il percorso di definizione e condivisione della nuova Strategia nazionale per la biodiversità al 2030.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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