Amelia vuol diventare un pezzo da museo

«Un giorno spero di esserci anch'io». Marco Amelia regala la dedica più bella al museo del Genoa, dopo averlo visitato a lungo ieri mattina insieme ai curatori della mostra. «Qui si respira la storia del calcio italiano, lo consiglio anche a chi non è tifoso», scandisce il portiere, prima di tuffarsi sul campionato e sul Livorno, la squadra che domani ritroverà per la prima volta da avversario. «Tornare a Livorno mi trasmette sensazioni particolari. Ho passato sette anni bellissimi, dalla prima gara in serie C alla coppa Uefa. Il ricordo più bello? Senz'altro il gol al Partizan Belgrado che ci fece pareggiare la partita». Parole di zucchero per il presidente Aldo Spinelli con cui c’era stata qualche baruffa: «A 22 anni ha voluto che io fossi il vice capitano della squadra. Avrà anche i suoi modi, ma ci sa fare. Quello che tocca, diventa oro. Ci siamo lasciati bene». All'Ardenza si troverà di fronte l'amico Lucarelli, «uno degli attaccanti più completi, difficile da fermare, avrà una gran voglia di tornare al gol». Dopo Livorno, il derby: «Un po' ci si pensa, è normale. In città non si parla d'altro, qui è molto sentito. Per fare meglio dell'anno scorso, stavolta dobbiamo vincerne tre!», scherza Amelia. L'unica cosa che gli fa perdere il sorriso è la Nazionale: «Vedremo quello che succederà. Ho dimostrato di saper giocare le gare che contano. Le partite di qualificazione ai Mondiali comportano uno stress maggiore delle amichevoli». Frecciatina rivolta a Marchetti e De Sanctis, rivali azzurri per un posto in Sudafrica. Da Amelia a Floccari si torna a parlare di Livorno: «Con tre punti arriveremmo al derby molto carichi, ma quella di Cosmi è una squadra da prendere con le molle - avverte la punta rossoblù -. La loro classifica è bugiarda».

Buone nuove dall'infermeria: Esposito e Moretti sono rientrati in gruppo, Juric ha giocato le prime partitelle e si candida per il derby, quando tornerà anche Sokratis che ieri si è limitato a qualche giro sulla cyclette.
Intanto Menegazzo dice: «Ci sono 50 possibilità su 100 che a gennaio venga a Genova».

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