Anche Ranieri non vuole mollare l’Inter

TRIPLETTA Tre gol per Vucinic nella serata aperta da Toni. Dopo tre pareggi, i giallorossi tornano a ruggire

RomaLa fine del curvone si avvicina, come dice Ranieri, ma la Roma continua a non uscire fuori strada. Anche se di sbandate ne fa vedere ancora diverse. Stavolta, però, nonostante lo spettro dell'ennesima rimonta degli avversari, i giallorossi portano a casa il successo.
La vittoria di ieri sera con l'Udinese - ultima squadra a infliggere un dispiacere alla Roma - completa un girone intero di campionato senza sconfitte, 144 giorni nei quali la squadra di Ranieri ha messo insieme 13 vittorie e 6 pareggi. E sul rettilineo finale, che avrà il suo traguardo sabato prossimo con l'Inter, la Roma non solo non perde terreno, ma guadagna un po' di metri sui nerazzurri. Insomma, se il terzo posto si avvicina sempre più, anche alla luce del successo sui friulani - che ferma la "pareggite" romanista durata tre partite - e del risultato di Palermo, i giallorossi fanno capire che vogliono restare il più possibile al banchetto-scudetto come lupi famelici (metafora di Ranieri).
I "lupi" nella serata sono Toni e soprattutto Vucinic, che nel puzzle faticosamente costruito dal tecnico in settimana tra infortuni e squalifiche, risultano le uniche certezze. E sono quelli che fanno più male all'Udinese. Il centravanti di Pavullo timbra il quarto gol stagionale, un gol voluto e cercato di fronte alla vana resistenza di Lukovic, improvvisato centrale di difesa; il montenegrino, pure con due soli allenamenti nelle gambe, conferma la buona tradizione con i friulani segnando tre reti: una dal limite di ottima fattura, un penalty da lui trasformato per assenza di alternative e l'ultimo con un piatto davanti alla porta su assist di Menez (in totale undici centri in carriera ai friulani, la squadra più battuta da SuperMirko, che ieri ha sfoggiato insoliti scarpini color lilla e ha dedicato la tripletta alla compagna, in dolce attesa).
Le brillanti occasioni conquistate dai due suppliscono a una Roma dove manca un ideatore di gioco e soprattutto la fantasia, garantita solo da un Menez finalmente vivo (per lui tre assist e un rigore procurato, oltre a un'occasione fallita davanti ad Handanovic). In cinque, compreso Totti - che proverà a rientrare con l'Inter - sono in tribuna (da un anno la Roma non faceva i conti con la contemporanea assenza di Pizarro e De Rossi) e così Ranieri deve affidarsi a un rombo di centrocampo con il giovane Faty a supporto del "precario" Brighi, sempre pronto nell'emergenza, e dell'esperto Perrotta.
Viene fuori un match nel quale l'Udinese ha un maggiore possesso palla, cerca di sfruttare le fasce vista l'inferiorità numerica a metà campo (e almeno nel primo tempo Riise e Faty soffrono il passo del peperino Sanchez e di Sammarco), ma è in affanno sulle sortite offensive della Roma. Meno male che c'è il solito Di Natale, che con la doppietta di ieri - rigore concesso forse generosamente da Pierpaoli per un fallo di Brighi su Sammarco iniziato fuori area e tocco morbido sotto porta - sale a quota 21 reti in 26 partite. Un bottino che lo pone in pole per il trono dei cannonieri e per un posto tra i 23 azzurri al Mondiale in Sudafrica. I suoi gol tengono a galla i friulani prima dell'uno-due di Vucinic (giusto stavolta il rigore per fallo di Isla su Menez). Nel finale spazio al baby Pettinari e al rientro di Tonetto dopo quasi cinque mesi.


Curiosità: l'arbitro fiorentino Pierpaoli aveva dimenticato il fischietto al rientro in campo dopo l'intervallo, con il quarto uomo Rocchi corso a recuperarlo negli spogliatoi. Non sarà l'unico errore per il giovane direttore di gara…

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