Annuncia il suicidio via web ma l’amico gli salva la vita

Gli ha salvato la vita. Perché, se non fosse stato per lui - per il suo coinquilino - in queste ore ci sarebbe una famiglia che piange un ragazzo di 27 anni suicidatosi per un motivo banale, dopo una lite con la fidanzata, un comunissimo diverbio, niente di drammatico. Un giovane che adesso si trova ricoverato all’ospedale San Raffaele in terapia intensiva e in prognosi riservata, ma che ha ancora qualche possibilità di salvarsi.
Martedì sera Giovanni un ragazzo originario di Ragusa, laureatosi a Milano dove ha anche trovato un lavoro, si trova a casa in compagnia di Marco (i nomi sono di fantasia, ndr) il conterraneo, di un anno più anziano di lui, con il quale da qualche tempo divide un appartamento in viale Monza.
Giovanni ha un rapporto un po’ contrastato con la fidanzata, una 25enne calabrese, residente a Catanzaro: negli ultimi tempi la coppia litiga spesso e in maniera piuttosto animata. C’è chi sostiene che l’amore deve essere un po’ così, animato da contrasti e scambi di opinioni talvolta anche un po’ pesanti. Ma andare avanti a quel modo, per Giovanni, è difficile. «Io a quella ragazza voglio bene, però delle volte, mi fa ammattire» ammette spesso il ragazzo quando parla della giovane con il suo coinquilino.
L’altra sera le cose sono degenerate: Giovanni e la sua fidanzata al telefono hanno avuto uno scambio di vedute molto violento. Forse il ragazzo ha pensato che fosse finita, che i loro destini stessero per dividersi. Marco ha capito che era successo qualcosa d’importante, ma non ha tentato di seguire il suo amico quando, dopo cena, si è chiuso a chiave nella sua stanza, forse voleva semplicemente starsene da solo.
Il ragazzo, però, si è allarma quando, intorno alle 23, la fidanzata del suo coinquilino lo chiama sul cellulare. «Marco, è successo qualcosa a Giovanni - gli dice -. Con la webcam, poco fa, mi ha mostrato una cintura, come se volesse usarla per togliersi la vita. Ti prego, vai a vedere come sta».
Marco a quel punto prova a bussare alla stanza di Giovanni, ma l’amico non risponde. Allora si allarma, viene preso dal panico e, senza pensarci troppo, con una spallata butta giù la porta. La scena che gli si para davanti è a dir poco agghiacciante: Giovanni è steso sul letto, paonazzo. Ha una cintura stretta intorno al collo, l’altro capo è attaccato all’anta di un armadio aperto.
È sempre lui, Marco che, senza perdere tempo, libera l’amico e tenta di rianimarlo e intanto chiama i soccorsi. Sul posto arrivano i carabinieri del nucleo radiomobile e un’ambulanza, Giovanni viene trasportato d’urgenza al San Raffaele.

Marco, ancora scosso, lo accompagna e avverte i genitori, a Ragusa. Poi chiama la fidanzata del suo amico: «Se si salverà sarà un miracolo» le dice con un soffio di voce. In queste ore anche la ragazza è in viaggio verso Milano.

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