Il rischio di super sisma e le esercitazioni fallite. Il piano per distribuire gli 800mila della caldera

Gli esperti: "L'attività continua con intensità sostenuta". Le difficoltà di evacuare le zone più pericolose e gli edifici non a norma. Il Dpcm del 2016: smistare i residenti nelle altre regioni

Il rischio di super sisma e le esercitazioni fallite. Il piano per distribuire gli 800mila della caldera
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1. La scossa ai Campi Flegrei era prevedibile?

Già nella settimana dal 3 al 9 marzo gli strumenti avevano misurato 89 terremoti, il più forte di magnitudo 3.2, prima della scossa di magnitudo 4.4 della notte tra mercoledì e giovedì, «la quinta superiore a quattro degli ultimi due anni» spiegano gli esperti dell'Ingv, l'istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Negli ultimi giorni il sollevamento del terreno è passato da un cm a 3 cm al mese.

2. Bisogna prepararsi ad altre scosse o è solo allarmismo?

Il direttore dell'Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito spiega: «Indicare dove ci può portare questo segnale secondo me è assolutamente impossibile e prematuro. Quello che sappiamo però è che questo segnale, insieme agli altri, ci sta indicando che il processo sta continuando con un'intensità variabile nel tempo ma sempre molto sostenuta». Gli esperti sanno che ci sarà il cosiddetto «big one» ma non sanno quando: potrebbe anche essere fra 100 anni.

3. Cos'è il supervulcano? E perché è più pericoloso di un terremoto?

Il supervulcano è come un pentolone di magma bollente in grado di sprigionare eruzioni esplosive. Sotto ai Campi Flegrei ci sono 29 vulcani nascosti, di cui solo Solfatara e Astroni appaiono come vulcani. Nonostante l'intensificazione del processo bradisismico, nessun tipo di processo dà un segnale di eruzione imminente: per accadere deve risalire del magma in superficie e al momento non c'è questo pericolo.

4. La gente è pronta in caso di evacuazione?

Le esercitazioni organizzate nei mesi scorsi sono quasi andate deserte. Le famiglie sono esasperate e sfiduciate e hanno partecipato mal volentieri alle prove generali per mettersi in salvo. Invece le esercitazioni vanno fatte ogni 3-4 mesi. «Solo lo scorso anno con questo governo si sono organizzate 3 esercitazioni - spiega il ministro Musumeci - Alla prima c'erano 140 persone, alla seconda 200, alla terza 1.500 persone.

Sappiamo che andiamo a sbattere contro il muro della rassegnazione, è una tendenza che non riguarda solo il Sud Italia. Ma abbiamo aperto una breccia». La vera esercitazione è stata l'emergenza dell'altra sera.

Il Dpcm del 2016 definisce anche i cosiddetti «gemellaggi» tra i territori flegrei e le regioni italiane (tutte tranne la Campania), nel caso dovesse verificarsi una grave emergenza.

5. Come si articola il piano di evacuazione?

L'attuale piano di evacuazione definito dalla Protezione Civile divide l'area dei Campi Flegrei in due zone di rischio. La zona rossa, quella più esposta a eventuali colate di magma e gas, interessa 500mila persone e comprende le località di Giuliano, Quarto, Marano (in parte), Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e le aree di Napoli Pianura, Bagnoli, Posillipo, Fuorigrotta, Chiaia, Soccavo, e in parte Vomero, Arenella, Chiaiano. La zona gialla comprende 800mila persone distribuite in 24 quartieri di Napoli e in comuni limitrofi. Qui il pericolo è costituito dalla caduta di ceneri vulcaniche.

6. Cosa prevede lo stato di mobilitazione?

Prevede che il dipartimento della protezione civile assicuri il coordinamento dell'intervento del Servizio nazionale a supporto delle autorità regionali di protezione civile per il soccorso delle popolazioni interessate dal sisma. Questo renderebbe più rapida la gestione dell'emergenza.

7. Gli edifici ai Campi Flegrei sono anti sismici?

Sono necessari almeno 500 milioni di euro, in tempi rapidi, per mettere in sicurezza l'area dei Campi Flegrei, in

base a una stima elaborata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei danni già registrati e degli interventi necessari per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati nei comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli.

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