Putin, apertura sulla tregua. "Ma ne parlerò con Trump"

Lo Zar: "C'è molto da discutere, forse al telefono con Washington". Affondo sul Kursk: "È nostro, gli ucraini possono arrendersi o morire"

Putin, apertura sulla tregua. "Ma ne parlerò con Trump"
00:00 00:00

Alla fine Vladimir Putin ha detto quasi un sì alla tregua. Ma lo ha detto da autocrate di un Paese di sofisticati scacchisti. «Ci sono delle sfumature, delle questioni di cui dobbiamo discutere», ha detto nella conferenza stampa seguita all'ennesimo incontro con il collega bielorusso Alexander Lukashenko. «Se cessassimo le ostilità... cosa significherebbe?», si è chiesto Vladimir Vladimorovich a proposito della situazione nel Kursk, «Gli ucraini dovrebbero andarsene tutti? Dovremmo lasciarli andare dopo che hanno commesso numerosi crimini contro i civili? Oppure la leadership di Kiev ordinerà loro di arrendersi? Che cosa accadrà? Non è chiaro».

La posizione è insomma quella espressa durante la giornata di ieri dal suo consulente diplomatico Yuri Ushakov: Mosca non vuole che una tregua finisca per favorire l'Ucraina, dandole il tempo di riarmarsi e riorganizzarsi. Tanto più che la leadership del Cremlino sembra sentirsi con il vento in poppa. «Le truppe russe stanno avanzando praticamente su ogni settore e ci sono tutte le condizioni per accerchiare unità di grandi dimensioni. Quindi cosa accadrà in quei 30 giorni? Sarà consentito all'Ucraina di proseguire con la mobilitazione forzata, oppure no?», ha aggiunto Putin. «Chi darà l'ordine di cessare le ostilità? E quale valore avrà questo ordine su una linea di contatto lunga 2.000 chilometri?».

Secondo l'agenzia Reuters nei giorni scorsi Mosca ha ribadito agli Stati Uniti le condizioni per un cessate il fuoco, le «sfumature» citate nel discorso di ieri. E si tratterebbe, anche se ieri Putin non le ha elencate, delle stesse richieste avanzate da mesi. Quelle che gli ucraini considerano da regime «coloniale»: annessione definitiva delle regioni conquistate, neutralizzazione delle forze armate di Kiev, con l'impossibilità di aderire alla Nato, niente truppe Ue .

Certo lo sblocco della situazione militare nella regione di Kursk ha rappresentato per Mosca una svolta. «Le truppe ucraine sono completamente isolate ed hanno solo due opzioni: arrendersi o morire», ha detto il bellicoso Putin.

Ma le buone notizie non si fermano qui. La frattura ormai conclamata tra le forze dell'alleanza occidentale ha aperto al Cremlino spazi insperati. All'interno dell'Unione Europea il rappresentante ufficioso di Mosca Viktor Orbàn continua a fare ogni sforzo per bloccare il rinnovo delle sanzioni di Bruxelles agli oligarchi vicini al potere ex sovietico. E anche il tempo degli affari sembra tornato. Secondo alcune indiscrezioni Russia, Stati Uniti e Germania stanno discutendo della ripresa delle forniture di petrolio russo attraverso l'oleodotto Druzhba alla raffineria tedesca di Rosneft. Un gruppo di aziende americane acquisterebbero la quota di maggioranza dell'impianto, ancora nelle mani della filiale tedesca del colosso petrolifero. Mosca si sente insomma di negoziare da posizione di forza. Putin ha parlato di un possibile contatto telefonico con Donald Trump e ieri sera l'inquilino del Cremlino ha visto l'inviato americano Steve Witkoff, mentre avrebbe rifiutato la presenza ai colloqui di Keith Kellog, inviato ufficiale della casa Bianca per la Russia, perchè considerato troppo filo-ucraino.

A Kiev le dichiarazioni di Putin hanno suscitato un evidente fastidio: «È la solita tattica russa di mentire e accusare», ha detto Andriy Kovalenko, capo del centro contro la disinformazione del Consiglio di sicurezza nazionale. «Il loro tipico comportamento in politica estera: siamo pronti al cessate il fuoco, ma ci sono sfumature. L'hanno fatto anche ai colloqui di Minsk».

Irritazione ucraina a parte, la palla è tornata nel campo di Trump e dei suoi uomini, che dovranno

affrontare ora questioni molto concrete. E la sintesi della situazione l'ha fatta ieri in termini molto espliciti il fido scudiero di Putin Lukashenko «Se la Russia è d'accordo con gli Stati Uniti, Ucraina e Europa sono finite».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica