Antagonisti in piazza Fontana: fischi e tensioni

A 40 anni dalla strage ancora contestazioni. Tafferugli tra forze dell'ordine e centri sociali. Fischi e insulti al governatore Formigoni, al sindaco Moratti e al presidente della Provincia Podestà.  Napolitano: "Cercare verità". Il primo cittadino: Li capisco, vogliono giustizia"

Antagonisti in piazza Fontana: fischi e tensioni

Milano - Fischi, contestazioni e cariche. Quarant'anni dopo piazza Fontana divide ancora. Due cortei hanno attraversato Milano per commemorare la strage e poi, vicino a piazza Fontana, gli scontri. Tentativi di sfondare i cordoni di polizia e lanci di fumogeni. Un centinaio di "antagonistìi" dei Centri sociali si è staccato dal corteo alternativo tentando di entrare nella piazza in cui si tengono le celebrazioni ufficiali tenuti a bada dalle Forze dell’ordine dietro le transenne installate per l’occasione. Fino ad ora non si registrano incidenti gravi nè feriti ma sul posto stanno arrivando rinforzi di Polizia e Carabinieri.

Contestazioni Dopo aver deposto le corone davanti alla banca Nazionale dell’Agricoltura, il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sono stati fischiati non appena sono saliti sul palco, al termine del corteo promosso dalle istituzioni per il quarantennale della strage di Piazza Fontana a Milano. Da più parti si sono levate grida come "Vergogna", "Strage di Stato", "Fascisti!". Uno dei familiari delle vittime, Paolo Silva, ha cercato di zittire la folla: "Un pò di rispetto, per favore, state zitti".

La Moratti: "Li capisco" "Capisco chi protesta, capisco i fischi, perchè chiedono giustizia, una giustizia che è stata negata per 40 anni". Lo ha detto il sindaco di Milano mentre le sue parole venivano coperte da fischi e contestazioni da parte dei partecipanti al corteo istituzionale. "Lo dico con umiltà - ha detto Letizia Moratti - non ci possono essere parole di consolazione per le famiglie, ma credo che la giustizia possa nascere solo da una coscienza collettiva". Nel suo intervento la Moratti ha ricordato che il Comune realizzerà una casa della memoria, dove troveranno posto tutte le associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo e dello stragismo e che sarà un centro di documentazione sugli anni più bui della storia della Repubblica.

Poi la festa in piazza È tornata la calma in Piazza Fontana a Milano, dopo i tafferugli che hanno caratterizzato la fine della manifestazione indetta da Prc-Pdci e alla quale hanno partecipato numerosi esponenti di associazioni antifasciste e gruppi antagonisti. Sul palco, dove un’altra manifestazione commemorava i 40 anni dalla strage, sono saliti i manifestanti che hanno superato il cordone delle forze dell’ordine, sventolando bandiere rosse e cantano Bella Ciao. Una parte delle transenne, infatti, erano state tolte, subito dopo il termine della manifestazione ufficiale, quella delle autorità cittadine, e attraverso questo varco si sono riversate centinaia di manifestanti che ora stanno dando vita a una sorta di festa in piazza. "Questa è la nostra piazza - ha detto un esponente di un gruppo antagonista - transennarla nel quarantennale della strage è stata una follia".

Napolitano: "Continuare a cercare la verità" Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, presente alla commemorazione, si è così rivolto a tutti i partecipanti: "Vi giungano i sentimenti della mia solidarietà, della mia vicinanza istituzionale e umana, del mio apprezzamento e del mio incitamento in nome dell’Italia unita attorno alla Costituzione repubblicana". "Continuate pure a cercare perchè si possa recuperare qualsiasi frammento di verità rimasto nascosto. Spero che questa vostra ricerca, a cui debbono collaborare tutte le istituzioni, possa condurre a dei risultati. È essenziale che quello che avete vissuto, quello che è accaduto nel nostro paese, diventi parte di una consapevolezza storica, soprattutto per le nuove generazioni. Sono passati quarant’anni, e ci sono persone adulte, non solo dei giovani o dei giovanissimi, che non hanno vissuto e fanno fatica anche soltanto a rivivere nella memoria o nella storia quelle vicende. Questo è uno dei compiti che voi avete assunto, ed è giusto che lo portiate avanti".

De Corato: "Gazzarra indegna" "Ancora una volta, grazie ai centri sociali, si è trasformato un momento di commemorazione di un evento drammatico che 40 anni fa ha scosso la nostra città e che ha causato la morte di tante vittime innocenti in una indegna gazzarra": così ha commentato il vice sindaco Riccardo De Corato lo svolgimento delle due manifestazioni in occasione dell’anniversario della strage, "condita - a suo dire - dal solito copione che ha francamente nauseato: scontri con la polizia, petardi, lancio di sassi, fumogeni, insulti alle istituzioni. Al sindaco Moratti - ha aggiunto De Corato - è stato addirittura impedito di parlare. Una manifestazione di antidemocrazia da parte degli epigoni di quei cattivi maestri che decenni fa con i loro veleni hanno firmato la condanna a morte del povero Calabresi. Dal ’69 la sinistra milanese non è mai cambiata".

Quarant'anni fa la strage Il giorno dei funerali per le vittime della strage di Piazza Fontana ci fu una partecipazione totale di Milano e non solo. Da anni, invece, le celebrazioni per ricordare l’eccidio che ha dato il via alla stagione del terrorismo e del sangue in Italia, sono caratterizzate dalla divisione. Anche quest’anno, che ricorre il quarantesimo anniversario della strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura (17 morti e un’ottantina di feriti), non mancano polemiche e divisioni e  la città è attraversata da due cortei: quello istituzionale e quello di partiti e dei gruppi che oltre alle 17 vittime vogliono ricordare anche Pino Pinelli, l’anarchico morto precipitando dal quarto piano della questura dopo due giorni di interrogatorio. La polemica più accesa è proprio su Pino Pinelli e, in particolare, sulla doppia lapide che si trova in Piazza Fontana.

Sulla prima, quella storica, che ha la firma degli "studenti e democratici milanesi" c’è scritto "al ferroviere anarchico ucciso innocente nei locali della questura". Su quella fatta installare dal comune di Milano nel marzo del 2006, invece, è stato scritto: "morto tragicamente nei locali della questura".

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