Anziana massacrata dalla badante romena

Anziana massacrata dalla badante romena

Anziana muore massacrata di botte dalla badante romena. All’arrivo del 118 per Paola Iori, vedova di ottant’anni, non c’era più nulla da fare. La poveretta è arrivata cadavere all’ospedale di Albano Laziale, ai Castelli Romani, il volto tumefatto dalle percosse, ecchimosi ovunque.
L’omicidio è avvenuto l’altra sera, intorno alle nove e mezza. Dall’appartamento al piano terra del condominio di via Quattro Grotte, alla periferia del paese in provincia di Roma, i vicini hanno dapprima sentito la musica dello stereo alzata a tutto volume, quindi le urla delle due donne.
«Una lite furibonda - racconteranno alcuni inquilini dello stabile ai carabinieri di Castelgandolfo intervenuti sul posto -. Una delle tante però che si susseguivano di giorno in giorno, quelle due non andavano affatto d’accordo». Poi un tonfo sordo e un pianto disperato. La straniera, Vasilica Iacob, 38 anni, da venti giorni al servizio della vittima, sotto choc e in preda al panico, ha chiamato al telefono uno dei due figli dell’anziana, che abita a Santa Maria delle Mole: «Corri, è successo qualcosa, la signora sta male».
L’uomo s’è precipitato a casa della madre, nel frattempo ha subito avvisato i soccorsi. In pochi minuti sulla stradina costeggiata da palazzine residenziali e villette, davanti al civico 27, è piombata l’ambulanza e i militari dell’Arma. «Quando siamo arrivati - spiega il capitano Ivo Di Blasio - la romena era ancora là nei paraggi. Non ha avuto il tempo di allontanarsi».
La donna, ascoltata in caserma, è accusata di omicidio volontario. All’interno dell'appartamentino di via Quattro Grotte, un saloncino, camera, bagno e cucina con un giardinetto terrazzato all’esterno, gli uomini della scientifica sono stati al lavoro fino a notte fonda per scoprire ogni traccia utile all’inchiesta. Raccogliendo in sacchi vestiti, scarpe, pezzi di tappezzeria, soprammobili, che verranno analizzati nei prossimi giorni. Sulle pareti le piante d’edera amate dall’anziana, un orologio a muro fisso sulle due e mezza e macchie di sangue sul pavimento bianco nei pressi della porta finestra per il giardino.
Forse l’ottantenne ha tentato disperatamente di sottrarsi alla furia selvaggia della badante cercando scampo in terrazzo. «Paola aveva un carattere severo, ha cambiato più di una badante, ma le pagava tutte regolarmente, mai è successa una cosa del genere», dicono le conoscenti. «Bisognerà accertare - affermano gli inquirenti - se la romena abbia colpito l’anziana aiutandosi anche con un oggetto contundente, ma anche se la donna abbia sbattuto il capo cadendo a terra. Dubbi che solo l’autopsia potrà chiarire».
In caso, l’accusa da omicidio volontario potrebbe trasformarsi in preterintenzionale; la straniera, a quel punto, non avrebbe colpito con la volontà prestabilita di uccidere. Non è la prima volta che l’«angelo custode» si trasforma in carnefice per anziani soli e indifesi.
Nel settembre del 2006 a Torpignattara dopo cinque giorni d’agonia in ospedale, morì Erminia Palmucci, 92 anni. Anche lei massacrata di botte dalla donna pagata per assisterla, Lidia Ciceronia Hlisac, 43 anni, romena. Allora per sfuggire alla violenza cieca della badante armata di uno zoccolo di legno, Erminia cercò rifugio in balcone. I vicini sentirono le grida, videro la scena e intervennero.

La straniera venne sottratta al linciaggio dei condomini solo dall’arrivo dei carabinieri. In realtà, voleva rubare contanti e gioielli, Erminia se ne accorse, reagì, ma col suo fisico già debole e pieno d’acciacchi ebbe la peggio.

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