Appalti per l'ospedale di Varese, assolto il dg della sanità del Pirellone

Carlo Lucchina era accusato di truffa aggravata, falso e abuso d'ufficio nel processo sulle presunte irregolarità nella costruzione di un nuovo reparto. «Nessun comportamento illegale,. sono soddisfatto che sia stato riconosciuto»

Il direttore generale della Sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina, è stato assolto con altri dodici imputati dal tribunale di Varese dall'accusa di truffa aggravata, falso e abuso d'ufficio nel processo sulle presunte irregolarità commesse tra il 2001 e il 2002 nelle procedure per l'appalto della costruzione del nuovo reparto di Malattie infettive dell'ospedale di Circolo di Varese finanziato dalla Regione. Il pm Claudio Gittardi della Direzione distrettuale antimafia aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per Lucchina, all'epoca dei fatti contestati direttore generale dell'azienda ospedaliera. Inizialmente il magistrato aveva contestato agli imputati l'aggravante di aver favorito l'attività di un'organizzazione di stampo mafioso perché i dirigenti dell'ospedale avevano consentito alla ditta Russello di Gela di subentrare nel 2001 alla Scuto per la realizzazione dei lavori, senza eseguire le verifiche antimafia alla ditta subentrante nonostante all'epoca il titolare Fabrizio Russello fosse sotto processo per associazione per delinquere di stampo mafioso. È stato lo stesso magistrato, tuttavia, dopo l'assoluzione di Russello da questa accusa a chiedere ai giudici di escludere l'aggravante mafiosa. Sotto accusa, però, era rimasta la variante al progetto del reparto approvata nel dicembre 2002 senza i pareri dell'ufficio territoriale, dell'azienda ospedaliera e soprattutto senza l'autorizzazione della Regione. Variante che avrebbe fatto salire i costi di completamento dell'opera da 4 a 6 milioni. Il 12 marzo Gittardi aveva dunque chiesto dieci condanne e tre assoluzioni. La pena più alta era stata invocata oltre che per Lucchina, anche per Fabrizio Russello, titolare della ditta siciliana vincitrice della gara d'appalto; e Paolo Ciotti, responsabile tecnico dell'ospedale. Due anni e 4 mesi erano stati chiesti per Mario Noschese, ex direttore amministrativo dell'ospedale; e per Roberto Rotasperti, successore di Lucchina ai vertici dell'azienda. Ammontava invece a un anno e 6 mesi la richiesta di condanna per Alessandro Barbarito, all'epoca assistente di Ciotti.

«Sono soddisfatto che il Tribunale abbia accertato che non ci sono stati comportamenti illegali - ha detto Carlo Lucchina al termine del processo - e i fatti lo hanno dimostrato. Adesso il primo pensiero va alla mia famiglia».

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