Appalti truccati: preso soprintendente Guglielmo

Appalti irregolari e aggiudicati sempre allo stesso "cartello" di imprese o di professionisti dietro il versamento di somme di denaro: quattro persone arrestate. Tra questi Guglielmo, soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Caserta e Benevento

Appalti truccati: preso soprintendente Guglielmo

Napoli - Appalti irregolari e aggiudicati sempre allo stesso "cartello" di imprese o di professionisti dietro il versamento di somme di denaro. Quattro persone arrestate e sette provvedimenti interdettivi della libera professione: questo il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Napoli e del gip del tribunale partenopeo. Il provvedimento è stato eseguito nei confronti di funzionari della Soprintendenza per i beni architettonici di Napoli, imprenditori e liberi professionisti coinvolti in un vasto giro di corruzione per l’aggiudicazione di appalti pubblici. In particolare, le Fiamme gialle hanno accertato che numerosi appalti, indetti, dalla Soprintendenza nel periodo tra il 2003 e il 2007, venivano irregolarmente aggiudicati sempre dalle stesse imprese e dalle stesse persone.

Arresti a tappeto L’architetto Enrico Guglielmo, ex soprintendente per i beni architettonici di Napoli, attuale soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Caserta e Benevento, è stato arrestato dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli per i reati di associazione e delinquere, corruzione, turbativa d’asta e falso ideologico. La stessa misura cautelare è stata applicata nei confronti dell’imprenditore Luigi Lucci, accusato di corruzione; Gianluca Guglielmo, nipote del soprintendente, accusato di prestare il nome allo zio per svolgere le sue attività illecite; Mauro Fusco, collaboratore esterno della soprintendenza per i beni architettonici di Napoli. A tutti gli arrestati è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari. È stato, invece, imposto il divieto temporaneo di esercitare la professione agli architetti: Giuseppe Monaco, Giuseppe Taccogni, Michele Barone Lumaga, Massimo Panarese, Monica Pisani, Valentina Salvi e Teresa Tauro.  

Le "manovre" di Guglielmo Dalle indagini è emerso che, grazie alle manovre di Guglielmo, dal 2003 al 2007, Lucci e imprese a lui collegate direttamente o indirettamente hanno esercitato un dominio stabile nella zona dei Campi Flegrei e in alcuni siti architettonici di Napoli e provincia. In particolare, risultano essere state "pilotate" le gare per il restauro e la valorizzazione del Castello di Baia (bandita nel 2002 per un importo di oltre 12 milioni di euro); quella relativa al Real Albergo dei Poveri di Napoli e l’appalto per il sito reale borbonico di Portici. Oltre agli appalti alle società le interferenze di Guglielmo hanno riguardato anche le procedure di gara per l’affidamento di determinati incarichi professionali.

Due i casi più eclatanti, l’affidamento dell’incarico di "responsabile per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di adeguamento del sistema antincendio del Palazzo Reale di Napoli"; e quella per l’affidamento dell’incarico di "coordinamento per la sicurezza dei lavori di restauro del Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli".

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