Roma - A volte anche un applauso può destare un gran polverone. Così Confindustria corre ai ripari: il direttore generale Giampaolo Galli si scusa, a nome della Confederazione, per l’applauso indirizzato all’amministratore delegato di Thyssen Krupp, sabato scorso alle assise di Bergamo, dalla platea degli imprenditori. "L’applauso all’ad Di Thyssen - ha dichiarato Galli nel corso della trasmissione Coffee Break su La7 - è stato sbagliato e inopportuno. Colgo l’occasione per chiedere scusa a nome di Confindustria ai familiari delle vittime e all’opinione pubblica che si è sentita colpita ed offesa. Quell’applauso, però, va capito - ha aggiunto Galli - perché è spontaneo in una platea di imprenditori e perché le imprese sono preoccupate dall’estrema incertezza del diritto in Italia".
L'episodio contestato Galli ha ricordato che durante l’assise di Bergamo, che si è tenuta a porte chiuse, ci sono stati due applausi, tra i quali uno "molto intenso alla presidente Marcegaglia quando ha detto con grande forza che ogni incidente sul lavoro è una sconfitta per l’impresa. Questo è un punto molto chiaro per noi". "Noi siamo i primi ad essere seriamente impegnati affinchè non ci siano incidenti - ha detto successivamente Galli -. Noi abbiamo un impegno fortissimo sulla sicurezza sul lavoro. Un manager cerca di fare squadra con i propri dipendenti. Se non lavori insieme con gli operai non vai da nessuna parte. E un incidente sul lavoro può anche distruggere anni di lavoro fatto per creare una squadra". Dopo aver spiegato che l’applauso all’ad della Thyssen è stato sbagliato e inopportuno Galli ha spiegato quelle che potevano essere le ragioni dell’applauso, legandole dell’incertezza del diritto. "Le regole - ha detto - vanno applicate in modo uguale per tutti, in modo equo e giusto". "Le sentenze si rispettano", ha aggiunto ma "ha detto lo stesso Guariniello che la sentenza era storica, un unicum, che accadeva per la prima volta al mondo".
Rispetto per le sentenze "Personalmente - ha poi detto Galli - credo che le sentenze non debbano essere esemplari, ma giuste". Il nodo - secondo il direttore di Confindustria - è quello di "una giustizia che in alcuni casi è più severa che in altri paesi europei e in altri casi non fa nulla. Inoltre abbiamo un’amministrazione che in questo caso sembrerebbe non funzionare. La stessa procura ha avviato un fascicolo contro la asl che aveva fatto controllo e non aveva trovato nulla di irregolare. Forse questa cosa in Germania non sarebbe successa. Sarebbe arrivato l’ispettore". Sui controlli, Galli ha poi spiegato che le imprese sono più facili da monitorare: "La finanza viene a controllare da me e non nel commercio perchè magari c’è chi è sconosciuto al fisco e all’Inps e quindi il lavoro è molto più complicato".
Il dispiacere dei familiari delle vittime L’applauso della platea di Confindustria "strazia il cuore": lo hanno scritto i familiari delle sette vittime del rogo dell’acciaieria torinese e l’unico sopravvissuto, Antonio Boccuzzi, oggi parlamentare, in un volantino
distribuito due giorni fa a un convegno a Torino. I familiari delle vittime danno appuntamento ai dirigenti della multinazionale siderurgica tedesca a metà luglio, quando saranno pubblicate le motivazioni della sentenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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