Approvato il Dpef, Tremonti: "L'Italia tiene"

Dpef approvato per un soffio anche grazie alle assenze tra le fila del Pd e dell'Idv. Tra i punti l'impegno per il Sud, il nodo energia e la politica fiscale. Il ministro smentisce i teorici del declinismo: "Il nostro sistema economico non è in declino"

Approvato il Dpef, Tremonti: "L'Italia tiene"

Roma - L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza Cicchitto-Cota che impegna il governo a portare avanti "con determinazione" gli obiettivi e le linee di azione indicati nel Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013.

Il Dpef passa per un soffio La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Dpef con 254 voti a favore e 233 contrari. E la maggioranza porta a casa un risultato positivo anche grazie alle nutri assenze tra le fila del Pd e dell'Idv dal momento che il centrosinistra dispone di 340 deputati mentre l’opposizione ne ha 277. E il Pdci accusa le opposizioni che siedono in Parlamento di avere salvato il Governo alla Camera nell’approvazione del Dpef: "Siamo di fronte ad netta difficoltà di tenuta della maggioranza parlamentare ma, ancora una volta ci pensa la cosiddetta opposione a risolvere i problemi di Berlusconi".

Tremonti: "L'Italia non è in declino" L’Italia "non è in declino", il sistema economico italiano "tiene" e va anche meglio rispetto ad altri paesi europei. Questo indica che "la scelta di fiducia e prudenza" fatta dal governo ha portato buoni risultati. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso della replica in Senato sul Dpef torna a criticare i "teorici del declinismo" e sottolinea che l’Italia ha retto bene l’urto della crisi. "Ci è stato detto - afferma Tremonti - che l’Italia è in declino, che non cresce" e altri paesi vanno meglio. "Ma - prosegue - la crisi ha evidenziato che quella crescita non era il prodotto strutturale, sostanziale, non era l’effetto delle riforme, ma quella crescita era prodotta dal debito. Dall’Islanda alla Spagna dal Baltico ai Balcani l’area della crisi si manifesta con intensità superiore a quella che si manifesta in Italia. Ci sono grandi paesi con una caduta del Pil maggiore e altri un po' diversa, ma la grandezza di riferimento indica la tenuta del nostro sistema". Questo indica, sottolinea Tremonti, che "la scelta di fiducia fatta dal governo è stata una scelta giusta, oggetto di consenso nelle tornate elettorali. Fiducia e prudenza - conclude - è una scelta che il governo intende continuare a fare".

La risoluzione approvata Un Piano per il Sud e l’avvio di opere strategiche per "l’infrastrutturazione del Mezzogiorno d’Italia, al fine di promuovere lo sviluppo e la competitività internazionale". La risoluzione della maggioranza al Dpef, presentata al Senato dai capigruppo di Pdl e Lega Maurizio Gasparri e Federico Bricolo, impegna il governo ad una politica per il Mezzogiorno con l’obiettivo di fermare una possibile deriva meridionalista nell’ ambito del centrodestra. Il documento, che ha l’appoggio del viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas chiede al governo di valutare "la possibilità di introdurre, tenendo conto delle compatibilità di finanza pubblica, un sistema di 'fiscalità di vantaggio' in favore delle imprese che investono nelle regioni meridionali" ed è invitato a "portare avanti l’azione di riordino e riqualificazione della spesa corrente considerando che ogni tipologia di spesa richiede strumenti di intervento differenziati e non riduzioni generalizzate, avendo come obiettivo quello di aumentare l’efficienza dell’uso di tali risorse in maniera tale da migliorare i servizi offerti e i risultati ottenuti".

Il nodo energia Sul versante energetico la risoluzione impegna il governo a "procedere nella politica di affrancamento dell’Italia dalla dipendenza dal petrolio e dalle altre fonti energetiche di cui il Paese risulta privo, continuando a perseguire la politica di autosufficienza attraverso le risorse energetiche provenienti da fonti rinnovabili e con l’utilizzo dell’energia nucleare".

Per quanto riguarda il fisco, la risoluzione della maggioranza invita il governo a "non incrementare la pressione fiscale a carico delle famiglie e delle imprese, evitando di ridurre il livello dei servizi alla collettività attraverso un’ottimizzazione dell’impiego delle risorse, anche elaborando un sistema di imposizione fiscale basato sul quoziente familiare".

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