Aprì la posta del marito: non è reato

da Milano

Assolta «perché il fatto non costituisce un reato». È la sentenza emessa ieri dal giudice della terza sezione penale del tribunale di Milano nei confronti di una casalinga veneziana di 66 anni che, nel corso della causa di separazione del marito, aveva presentato al tribunale di Pordenone una lettera in cui si dichiarava che il coniuge, ex geometra di 75 anni, aveva ereditato 500mila euro e due case per lo stesso valore e dunque non viveva della sola pensione di 1.200 euro al mese. Lettera spedita dalla Banca di Roma all’uomo, aperta dalla moglie e utilizzata per dimostrare che il marito, con il quale aveva vissuto per 40 anni, poteva pagarle ben più dei 600 euro mensili proposti come alimenti. Per questo fatto la casalinga era stata accusata di violazione di corrispondenza su querela del coniuge.

Ieri, invece, l’assoluzione decisa dal tribunale di Milano. Secondo la testimonianza dei figli della coppia, infatti, era prassi familiare che la donna si occupasse della corrispondenza del marito. Dunque, la sua «milionaria scoperta» è senza colpa.

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