Archeologia, recuperato nelle Egadi un rostro delle guerre puniche

L'arma di sfondamento navale realizzata in bronzo si trovava, in perfette condizioni, su un fondale sabbioso a circa 80 metri di profondità nelle acque fra Levanzo, Favignana e Marettimo. È la testimonianza della battaglia che romani e cartaginesi combatterono il 10 marzo del 241 avanti Cristo

Un rostro in bronzo che risale alle guerre puniche è stato ritrovato nel mare antistante le isole Egadi. L'importante reperto, individuato dalle strumentazioni sonar il 18 agosto scorso, è riconducibile alla battaglia che sancì la fine alla Prima guerra punica.
Il rostro, che si presentava in perfette condizioni, era adagiato in posizione laterale, semisepolto su un fondale sabbioso, a circa 80 metri di profondità. Il recupero è stato effettuato tramite «Rov», utilizzando le più moderne metodologie e tecniche della moderna ricerca archeologica subacquea. Le operazioni di ritrovamento sono state coordinate dalla soprintendenza del Mare della Regione siciliana, diretta da Sebastiano Tusa, che ha agito in collaborazione con la Fondazione statunitense Rpm nautical, diretta da George Robb.
Il pesante oggetto da sfondamento, che veniva montato sulla prua delle navi antiche per affondare le navi nemiche, è stato rinvenuto grazie a una campagna di ricerche strumentali portata avanti nei pressi delle isole di Levanzo, Favignana e Marettimo.

Il progetto, che prevede ricognizioni nei fondali dell'arcipelago trapanese in cerca di testimonianze storiche ed archeologiche riconducibili alla battaglia delle Egadi del 10 marzo del 241 avanti Cristo, si è sviluppato nel quadro di una convenzione di collaborazione scientifica tra i due enti.

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