Aree Expo, i privati offrono 200 milioni

Ieri al vertice tra Regione, Provincia e Comune è stato presentato un nuovo piano di Fiera e Cabassi. Riunione tecnica fino a notte e oggi la decisione definitiva sulle modalità di utilizzo dei terreni di Rho

Aree Expo, i privati offrono 200 milioni

Aree Expo, tutto rimandato a oggi. L’ultima offerta dei proprietari dei terreni, Gruppo Cabassi e Fondazione Fiera, è arrivata ieri in tarda serata: 200 milioni di euro, di cui 100 per gli oneri di urbanizzazione e altri 100 come rimborso per la costruzione di infrastrutture nell’area. La formula prevista è quella del comodato d’uso. Se ne discuterà oggi, prima dell’ultimo cda, durante l’assemblea dei soci convocata dal commissario straordinario Letizia Moratti per valutare nel dettaglio la proposta. Al termine dell’incontro interlocutorio di ieri i tecnici si sono messi al lavoro per studiare il documento e mettere sulla bilancia i diversi punti. Riguardo ai termini dell’offerta il sindaco ha specificato che "non è solo una questione di cifre, ma ci sono una serie di condizioni e le stiamo esaminando". Due le strade finora in piedi: l’acquisto dei terreni, che si estendono per circa un milione di metri quadrati, su cui si era consumato un primo scontro nella trattativa - 140 milioni chiesti dalle proprietà contro i 70 messi sul piatto dai soci pubblici - e la via del comodato d’uso, la cessione delle aree al prezzo simbolico del diritto di superficie (1 euro) alla società Expo, in cambio di un contributo. La prima versione prevedeva un compensazione dai privati al pubblico di 135 milioni di euro, la seconda di 200 milioni di cui 90 milioni di oneri di urbanizzazione, 50 per le infrastrutture, 7-8 per la cessione della Cascina Triulza e 45 per l’housing sociale. L’ultima bozza prevedeva per i proprietari la possibilità di edificare per 200 milioni di metri cubi al termine dell’evento. "Il nodo è la congruità del prezzo - aveva detto il governatore - ossia evitare che ci siano guadagni fuori misura per i privati".
Sull’interesse prevalente del pubblico nella trattativa per le aree dove si svolgerà l’Expo 2015 il sindaco di Milano, Letizia Moratti, si dice assolutamente allineata ai presidenti della Regione e della Provincia: "Nel rispetto degli interessi legittimi dei proprietari - ha dichiarato - io devo tutelare l’interesse pubblico. Quindi prendo in esame proposte solo se hanno queste caratteristiche. E su questo sono assolutamente allineata al presidente Formigoni e al presidente Podestà". La Moratti ha poi concluso: "Lo abbiamo detto e ribadito ai proprietari, ai quali abbiamo chiesto di formulare una proposta nella quale sia chiaramente prevalente l’interesse pubblico. L’abbiamo ricevuta e adesso la stiamo esaminando".
In realtà le dichiarazioni dei vertici di Comune, Provincia e Regione, finora non hanno certo dato l’impressione di un fronte compatto, anzi: a giorni alterni si sono rincorse le parole governatore Formigoni, che spingeva con forza per l’acquisto dei terreni da parte della newco, una società pubblica formata dai soci, più Camera di commercio e Tesoro, e quelle di Moratti e Podestà, che caldeggiavano per il comodato d’uso, più sostenibile economicamente per gli enti alle prese con le casse vuote e più congrua con il ruolo delle istituzioni "non siamo agenti immobiliare".
Due giorni fa la proposta del presidente di Ge.Fi, Antonio Intiglietta, sulle pagine del Giornale, che sparigliava le carte: la creazione di un fondo etico.

Il fondo, istituito dai soci e dal sistema bancario, con la possibilità per i proprietari di entrare con una quota, attribuendo un valore sociale alle aree, fissa un tasso di interesse del 2%. Il fondo, per la sua natura sociale "antispeculativo", impedisce così un qualsiasi margine di guadagno.

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