Armani, Merkel, Cucinotta: parata di vip alla Scala

Loggionisti in coda per 140 biglietti last-minute. I bagarini li vendono a 1.250 euro

Paola Bulbarelli

Come ogni grande evento che si rispetti, c’è stata la rincorsa al biglietto. Peggio che per un derby Milan-Inter, la prima della Scala ha scatenato i fan della lirica o, più probabilmente, i maniaci del presenzialismo sfrenato, i mondani poco melomani. Addirittura in 49mila hanno cercato di aggiudicarsi il prezioso cartoncino via internet. A questo punto ci sta pure il bagarinaggio: 1.250 euro a poltrona. Ovvio che si registri già il tutto esaurito (anche per le repliche) a parte 140 last-minute per chi vuole fare la coda tra i loggionisti. Ma tant’è, come mancare alla serata più in della Milano che conta? Chissà se esponenti dell’attuale governo «moralizzatore» faranno la loro comparsa. Si dice che ci sarà Prodi al braccio di Rutelli (ha già assistito con il sovrintendente Stephane Lissner alle prove dello spettacolo) e, forse, pure Napolitano (non è tradizione, però, che le due cariche figurino insieme alla prima) ma i più sarebbero dispiaciuti di non vedere la «presidenta» tedesca Angela Merkel. Sarà senz’altro una prima istituzionale con una novità: tanti personaggi, esponenti del mondo economico mondiale, che arriveranno dall’estero invitati dal sindaco Letizia Moratti (alla sua prima in qualità di presidente della Scala) che sceglie di coniugare la cultura italiana con il business. La colossale e faraonica Aida di FrancoZeffirelli diretta da Riccardo Chailly ha fatto centro. Dopo 21 anni torna sul più prestigioso palcoscenico (l’ultima versione è del 1985 firmata da Luca Ronconi) con scenografie tutte d’oro e 400 splendidi costumi di Maurizio Millenotti. E tutti vogliono assistere al trionfo. Non mancheranno i soci fondatori della Scala tra i quali il presidente dell’Eni Paolo Scaroni, i consiglieri Bruno Ermolli e Francesco Micheli. Quasi certa la presenza di Navarro Valls, il portavoce di Giovanni Paolo II, gli stilisti Giorgio Armani, Alberta Ferretti e Gianfranco Ferrè. E ancora Stefano Preda, Puccio Zadra, Guido De Vivo, Alessandra Kustermann e Gianni Nardozzi. Immancabili le signore milanesi, senza le quali la prima non sarebbe la prima, vestite come sempre dai nomi più gettonati della serata clou del Piermarini: Lella Curiel, Lorenzo Riva, Renato Balestra. La Curiel, che da trent’anni in questo periodo espone in vetrina una gigantografia della Scala, cura l’abito di Tiziana Maiolo (beige e oro, lungo), Rosi Quadrino (in velluto nero), Laura Riva (gonna taffettà e blusa ricamata nero e rosa), Antonella Boralevi (in bordeaux con uva ricamata), Maria Alberta Viviani che non ha ancora deciso. «Arrivano tutte all’ultimo momento - si lamenta la Curiel - si sono svegliate venerdì. E pensare che una volta si cominciava a decidere per il vestito della prima a settembre». Cambiano i tempi ma non gli usi né i costumi. «Non deve cambiare nulla per la prima - asserisce Gabriella Dompè - perché è la festa di Milano». Vestirà in beige, ecru e bronzo di Riva come Sabrina Colle e Daniela Javarone.
«Sei divina, mi dice Lorenzo», racconta la presidente degli Amici per la Lirica che il 7 riceverà l’Ambrogino d’oro. Indosserà un tubino nero tutto ricamato con enorme fiocco sul dietro da cui parte lo strascico. E sarà illuminata da una parure di gioielli di Mirella Denti del valore di 2 milioni di euro.

Dopo aver scelto Milano per presentare il suo libro sulla Sicilia, Maria Grazia Cucinotta torna per la prima vestita da Luisa Beccaria mentre Marinella Di Capua ha voluto ancora una volta un abito di Renato Balestra, un tailleur pantalone nero in velluto con camicia bianca ricoperta di volant e incredibili gioielli di De Grisogono.

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