Quasi quattro anni dopo il insediamento, questa notte (ora italiana) Joe Biden si è congedato dagli americani e dal resto del mondo. In diretta dalla Casa Bianca, il presidente uscente ha tenuto il suo farewell address, in una giornata ricca di colpi di scena legati alla tregua in Medio Oriente. Il presidente ha decantato i suoi successi e ha espresso le sue preoccupazioni per il futuro degli Stati Uniti, sotto gli occh attenti della first lady, della vicepresidente Kamala Harris e del suo consorte, e del resto della sua famiglia.
Diciassette minuti durante i quali riassumere un'intera carriera, al di là degli ultimi quattro anni: dallo Studio Ovale, non senza qualche inciampo, Biden ha sottolineato il suo lavoro per far uscire il Paese dalla pandemia da coronavirus e gli investimenti in infrastrutture e tecnologia, ma ha dedicato gran parte del tempo a parlare delle sue preoccupazioni e speranze per gli anni a venire.
Seduto alla Resolute Desk, Biden ha parlato di una pericolosa oligarchia "che sta prendendo forma in America, caratterizzata da estrema ricchezza, potere e influenza, e che minaccia letteralmente l'intera democrazia, i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali e una giusta possibilità per tutti di andare avanti. Ne vediamo le conseguenze in tutta l'America, e lo abbiamo già visto prima, più di un secolo fa, ma il popolo americano si è ribellato ai signori della rapina già allora", ha detto Biden.
Nel discorso di commiato del presidente, c'è stato anche spazio per lanciare un monito sul rischio di "presidenze imperiali": "Il potere del presidente non è assoluto e non dovrebbe esserlo in una democrazia", ha tuonato Biden in un passaggio del suo discorso, nel quale ha citato anche la necessità di emendare la Costituzione: un argomento che scotta da sempre, ma legato alla necessità di limitare l'immunità pressoché assoluta della quale godono i presidenti dopo la sentenza della Corte Suprema. L'affronto a Donald Trump è più che evidente: "I poteri di un presidente non sono illimitati. Non sono assoluti e non dovrebbero esserlo", ha detto Biden. "E in una democrazia, c'è un altro pericolo per la concentrazione di potere e ricchezza. Erode il senso di unità e di scopo comune. Causa sfiducia e divisione".
Biden ha elencato alcune delle sue principali vittorie legislative, tra cui l'abbassamento dei prezzi dei farmaci da prescrizione (l'insulina, ad esempio), l'ampliamento dei benefit per i veterani militari esposti alle fosse di combustione (come il figlio Beau, nel nome del quale ha condotto da sempre questa battaglia), gli investimenti nella produzione nazionale di chip semiconduttori e altro ancora. L'impatto di queste politiche, ha osservato, potrebbe non essere pienamente portato a termine per gli anni a venire, secondo Biden. Il presidente uscente ha anche brevemente sottolineato l'accordo sulla tregua raggiunto mercoledì mattina da Israele e Hamas, un obiettivo di politica estera inseguito da Biden da più di un anno, divenuto realtà solo poche ore fa. A questo proposito, ha promosso la collaborazione con la nuova amministrazione Trump per vederne fino in fondo la sua attuazione, nonostante la querelle sul merito dei negoziati portati a buon fine. "Dovrebbe essere così, lavorare insieme", ha detto Biden.
Poi, l'attenzione si è spostata sui social media. "Sono ugualmente preoccupato per la potenziale ascesa di un complesso tecnologico-industriale che potrebbe rappresentare pericoli reali anche per il nostro Paese", ha affermato. Il riferimento, non più di tanto velato, va indubbiamente al ruolo che un magnate come Elon Musk avrà nel futuro prossimo degli Stati Uniti. Un preciso rimando storico, che ha più di qualcuno ha ricordato le parole di Dwight Eisenhower sul "complesso militare-industriale", quando il presidente espresse i suoi timori circa l'influenza crescente dell'alleanza tra settore militare e industriale sulla politica nazionale. Era il 17 gennaio del 1961. Il presidente ha poi denunciato come gli americani vengano sepolti sotto una valanga di disinformazione, che consente l'abuso di potere. "La stampa libera sta crollando, i redattori stanno scomparendo", ha denunciato Biden, tirando in ballo la rinuncia al fact checking da parte dei media.
Avvicinandosi alla fine del suo discorso, Biden ha espresso la sua gratitudine per diverse persone, tra cui membri della sua amministrazione, militari e soccorritori. Ha ringraziato la vicepresidente Kamala Harris, che ha definito una "partner incredibile" durante il suo mandato da presidente, la sua famiglia e la first lady Jill Biden.
Il presidente ha, infine, concluso il suo discorso con una nota di speranza, incitando gli americani a credere ancora "nell'idea che questa nazione rappresenta". "A voi, popolo americano. Dopo 50 anni di servizio pubblico, vi do la mia parola. Credo ancora nell'idea per cui questa nazione si batte. Una nazione in cui la forza delle nostre istituzioni e il carattere del nostro popolo contano e devono durare", ha detto.
Poi, la formula di rito di ogni presidente: "Ora tocca a voi fare la guardia. Che possiate essere tutti i custodi della fiamma. Che possiate mantenere la fede. Amo l'America. Anche voi la amate. Dio vi benedica tutti. E che Dio protegga le nostre truppe. Grazie per questo grande onore".
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