Paolo Bertuccio
da Arquata Scrivia
Una poltrona per tre. Ad Arquata Scrivia, comune del bassissimo Alessandrino, importante nodo ferroviario e sede di un'industria dal glorioso passato come la Cementir, si è rotta la sinistra, e così alle elezioni comunali di domenica e lunedì non andrà in scena il più classico dei testa a testa. Saranno infatti due e ben separate le liste vicine all'Unione che tenteranno di contrastare la compagine unitaria di marca Cdl guidata dal candidato sindaco Paolo Spineto.
Si è rotta la sinistra, dunque, e la frattura è di quelle scomposte. Colpa, a quanto pare, di screzi tra partiti a livelli di segreteria provinciale misti a piccole «licenze poetiche» da parte di singoli esponenti, fatto sta che nei mesi scorsi lunghe trattative non sono riuscite a partorire il nome di un candidato unitario e ora, scorrendo nel dettaglio i nomi dei partiti che sostengono l'uno o l'altro candidato a gradazioni variabili di rosso, la situazione è quantomeno curiosa. A partire dalla lista civica - come le altre due, del resto - Arquata Insieme, che raccoglie l'eredità della giunta uscente guidata da Maria Grazia Morando, diessina come il fratello senatore Enrico: qui, ad appoggiare il candidato sindaco Roberto Gattone, sono appunto i Ds e la Margherita, con la sorprendente compagnia dei ben più radicali Comunisti Italiani. Per contro, sotto il nome di Uniti per Arquata si presenta Roberto Tamburini, uomo di sinistra duro e puro ed ex tesserato di Rifondazione, che può contare sull'appoggio, oltre che del partito di Bertinotti, di Verdi, Italia dei Valori e Rosa nel Pugno.
Le due anime della sinistra, quella radicale e quella moderata, fianco a fianco sì, ma in due diverse pentole. Confusione tra gli elettori, anche se Tamburini, presentando il proprio programma, si è sforzato di parlare di «risorse inaspettate» che potrebbero scaturire da questa rottura. «Certo è - ha però precisato in un secondo momento - che il divorzio è stato doloroso, e fino all'ultimo abbiamo cercato di tenere assieme la coalizione, proponendo la candidatura di alcuni esponenti Ds in alternativa a Gattone», accusato di essere troppo moderato e centrista. «Socialdemocratico, semmai. Ed entusiasta del progetto di un Partito Democratico», ha replicato il candidato di Arquata Insieme.
E così è stato il caos in casa Unione a tenere banco nel corso della campagna elettorale arquatese.
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