Carlo Conti, valutazione generale di queste 30 canzoni in gara?
«Si è tornati a focalizzarsi sui rapporti personali. C'è più micromondo che macromondo. Ma non è una mia scelta. È che non sono state presentate altre canzoni con temi di guerra o sociali».
Ma perché, secondo lei?
«Forse è un modo per sfuggire alla pressione di ciò che viviamo ogni giorno».
Quindi non si parlerà di attualità a Sanremo?
«Mica ci sono soltanto i brani. L'attualità si può raccontare anche con gli ospiti o con i servizi».
Anche Tony Effe evita violenze verbali. Ha dato disposizioni particolari o fatto censure ai rapper?
«Assolutamente no».
Trenta cantanti non sono troppi?
«Preferisco avere un ospite in meno e tre cantanti in più».
Manca il rock.
«E mi spiace molto, perché mi piace».
Anche il rap latita.
«Forse anche i rapper si stanno spostando verso il pop».
Emis Killa è stato coinvolto nell'inchiesta ultras di Milan e Inter.
«Una faccenda che non può essere vincolante per me che sono direttore artistico del Festival di Sanremo e che mi occupo di scegliere le canzoni».
A Sanremo si rischia spesso il pasticcio con gli sponsor.
«Diciamo che eviteremo una questione simile a quella dello scorso anno con John Travolta».
Un altro rischio è finire a notte fonda.
«Se accadrà è perché ho sbagliato la scaletta. In realtà pensiamo di chiudere intorno all'1 tutte le prime quattro puntate e poi all'1 e mezza la finale».
Jovanotti
la prima sera, forse Gerry Scotti, ci sono altri ospiti da annunciare?«Alla seconda serata ci sarà Damiano dei Måneskin. Ha accettato subito l'invito, dopotutto Sanremo è stato un posto decisivo per la sua band».
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