Arsenico e vecchi merletti Viaggio tra cure e ricami per non avvelenarsi la vita

A due passi da Trento nella residenza degli Asburgo l'acqua termale ha una benefica presenza di veleno

Paola Pellai

Stavolta per portarvi in vacanza ci siamo ispirati ad Arsenico e vecchi merletti, commedia dello statunitense Joseph Kesselring, resa celebre dall'adattamento cinematografico del regista Frank Capra con l'indimenticabile interpretazione di Cary Grant. Un testo che il New York Times definì «così divertente che nessuno lo dimenticherà mai», mentre il film è stato inserito tra le migliori 100 commedie americane di ogni tempo. Siamo andati a scoprire dove l'arsenico e pure i vecchi merletti possono diventare il valore aggiunto di un soggiorno speciale.

Così a Levico Terme abbiamo alloggiato al Grand Hotel Imperial (via Silva Domini n.1, tel. 0461-700512, www.hotel- imperial-levico.com), storica residenza degli Asburgo, a due passi da Trento. Riaperto lo scorso anno, questo 4 stelle riporta alla luce l'antico splendore che lo contraddistingueva in tutta Europa già nel 1900, anno dell'inaugurazione. Circondato da un parco di 15 ettari (perché «una residenza imperiale deve avere un parco imperiale» sentenziò il suo architetto Georg Ziehl), qui una vacanza diventa anche un viaggio nel tempo, non solo nello spazio. La suite della principessa Sissi è per i più fortunati che possono addormentarsi tra soffitti affrescati e mobili d'epoca, ma per tutti c'è un'atmosfera unica, tutelata dai Beni Artistici che fanno sì che la Belle Epoque non sia oltraggiata da esasperazioni tecnologiche.

Quindi prese della corrente conteggiate, wifi non ancora in tutte le camere, niente aria condizionata, ma dettagli storici e artistici senza eguali. Vi sembrerà davvero di entrare in un film imperiale, con i costumi del tempo ad accogliervi all'entrata, gli imponenti lampadari a farvi luce lungo il cammino e quel susseguirsi di sale a raccontarvi segreti di balli, incontri e amori importanti. Inoltre qui c'è quello che non è presente in nessuna altra struttura ricettiva della zona: l'acqua termale curativa di Vetriolo e Levico arriva direttamente nell'hotel attraverso speciali condutture, così gli ospiti possono accedere alle cure senza uscire dalla struttura. E sono acque speciali, uniche in Italia, per la presenza in quantità terapeutica dell'arsenico. La cosiddetta Acqua Forte, che arriva alla fonte ad una temperatura di 9 ° C è caratterizzata da un'elevata concentrazione di minerali, ha un ph molto acido e contiene solfato, ferro, arsenico e altri metalli come rame e zinco. Ogni cura è preceduta da una visita medica e somministrata sotto stretto controllo di personale specializzato che supervisiona ogni dettaglio e tiene i tempi di bagni e fanghi. «Da una a 2 settimane ci ha spiegato Stefano Bertozzi, responsabile dell'area medica dell'hotel è il ciclo ideale per ottenere i migliori benefici durante l'anno. I risultati non si vedono subito ma si protraggono e coinvolgono tutto l'apparato umano. L'Acqua Forte è utile per affrontare problemi dermatologici, disturbi ginecologici e del sistema muscolo-scheletrico, nel sistema respiratorio e in quello immunitario, oltre ad avere un effetto calmante, ideale per curare le condizioni di paura e di stress. Stabilizza l'emotività, attenuando le patologie ansiose e nevrotiche». Stare meglio anche grazie all'arsenico, ci si potrebbe girare un altro film... Ma al Grand Hotel Imperial ci sono molti altri motivi per non... avvelenarsi la vita: un'area wellness con una piscina coperta, una vasca idromassaggio, sauna finlandese e bagno turco, un reparto riservato a massaggi e trattamenti. Nel parco c'è una splendida piscina all'aperto, con tanti lettini dove riposare nella natura e nel silenzio. Particolare attenzione è riposta alla cucina, basata sulla freschezza e la qualità dei prodotti, tutti a chilometro zero, per privilegiare i menù del territorio. Quattro stelle che valgono qualcosa di più per la storia che contengono e vogliono preservare, nonostante le difficoltà del settore turistico.

Già, ma i merletti? Ci sono zone in Italia dove quest'antica arte del ricamo sopravvive alle mode. Ed è curioso sottolineare come anche tra i turisti ci sia la voglia di apprenderla. Per questo ci sono hotel che si sono attrezzati e fanno da base o ponte a corsi di ricamo.

A Perugia, per esempio, tra le attività suggerite e incentivate dall'Hotel Ilgo (via Agostino di Duccio n.1, tel. 075-5736641, www.hotelilgo.com) c'è un corso di 3 ore sull'Isola Maggiore del Lago Trasimeno per imparare a fare il merletto, una delle più antiche tradizioni in Umbria. Le donne del posto, durante lo stage adatto e aperto a tutti, v'insegneranno le basi di quest'arte e vi racconteranno la storia dell'Isola, l'unica ad essere ancora abitata. A fine corso ogni partecipante potrà portare a casa ciò che ha realizzato. L'Isola è facilmente raggiungibile da Perugia con 20 minuti di treno fino a Passignano e da qui in traghetto.

In provincia di Arezzo, direttamente all'interno delle mura di Sansepolcro, è ubicato l'Albergo Fiorentino (via Luca Pacioli n.56, tel 0575-740350, www.albergofiorentino.com), un 3 stelle con oltre 2 secoli di storia ma dotato di ogni comfort. A Sansepolcro è nato Piero della Francesca che ha lasciato tracce ad ogni angolo, ma anche il merletto a fuselli, grazie alle due sorelle Marcelli che nel 1900 aprirono un laboratorio e poi una scuola per tramandare l'arte del ricamo. Oggi si organizzano ancora corsi ed esposizioni nel segno di quelle sorelle tanto intraprendenti e l'Albergo Fiorentino si fa casa ideale per tutti quelli che li vogliono frequentare.

Chi in vacanza vuole d'obbligo il mare, garantiamo il meglio in provincia di Nuoro con l'Hotel Su Gogolone (Oliena, tel. 0784-287512, www.sugologone.it) nel cuore della Barbagia, territorio affascinante quanto sconosciuto, privilegiato dal blu cobalto delle acque sarde. Tra gerani rossi, cielo azzurro, ortensie, bouganville e fichi d'india, tutto in questo resort di lusso richiama l'anima di un territorio aspro e dolce e si fa vetrina e museo della cultura sarda nel mondo. Le donne di Barbagia, per esempio, sono celebri per avere «manos de horo», le mani d'oro: con la loro abilità da tempi immemori realizzano fiori con fili di seta e oro, con tali sfumature di colore da sembrare dipinti. Al Su Gogolone, direttamente da loro, si possono imparare i trucchi di quelle meraviglie: un soggiorno dedicato ad ago e filo (70 euro ogni 3 ore di lezione) per una full immersion nel variopinto mondo del ricamo.

E, infine, per par condicio ecco una base in montagna, a Tonandico, nella trentina Val Canali: lo Chalet Piereni (loc.Piereni 8, tel. 0439-62791, www.chaletpiereni.it) organizza corsi di hardanger o ricamo norvegese, utilizzato per abbellire i vestiti tradizionali delle feste e i corredi ed eseguito in bianco su bianco, con motivi geometrici formati da trafori.

E ancora lezioni di ricami eseguiti su un tessuto precedentemente sfilato. Si inizia dai punti più semplici, come il punto a giorno, per arrivare alle più svariate combinazioni, con intrecci complessi che creano suggestivi giochi di chiaroscuro, di pieno e di vuoto.

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