Addio a Bill Viola, il grande maestro della video arte

Se n'è andato a soli 73 anni Bill Viola uno dei nomi più importanti dell'arte contemporanea. Soffriva da tempo di Alzheimer. Un genio visionario che lascia una grande eredità artistica alle future generazioni

Una delle opere di Bill Viola esposte nel 2023 a Palazzo Reale a Milano
Una delle opere di Bill Viola esposte nel 2023 a Palazzo Reale a Milano
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È scomparso a soli 73 anni, per le conseguenze dell'Alzheimer il grandissimo artista Bill Viola, tra i nomi più importanti dell'arte contemporanea al mondo. A darne notizia lo studio dell'artista americano tramite i suoi canali social. “È con grande tristezza che Bill Viola Studio condivide la notizia della morte di Bill Viola, uno dei principali artisti contemporanei del mondo. È mancato serenamente a casa il 12 luglio, all’età di 73 anni. La causa è stata la malattia di Alzheimer”. 50 anni di carriera, una mente visionaria che riusciva a vedere oltre tra video immersivi e paesaggi sonori.

La nascita, la coscienza, la morte

Tutto il suo lavoro è stato guidato da una lunga riflessione sulle esperienze fondamentali dell'uomo; la nascita, la coscienza, la morte come lui stesso amava dire:"Lo sviluppo della coscienza, la rivelazione della bellezza, presente anche dopo la morte, il momento di stupore, lo spazio senza parole, il vuoto che costruisce montagne, la gioia di amare, il dolore della perdita, il dono di lasciare qualcosa per il prossimo viaggiatore".

Le nuove tecnologie

Fu davvero il precursore, oltre che uno dei primi, a sperimentare le nuove tecnologie traducendole in arte, che testava esplorava e trasformava: "Ho gradualmente realizzato che l’atto della percezione era in effetti una forma praticabile di conoscenza in sé e per sé, e non semplicemente un tipo di fenomeno, Ciò significava che quando tenevo in mano la videocamera e il microfono, tenevo in mano un sistema filosofico, non solo uno strumento di raccolta di immagini e suoni", raccontò della sua arte. I suoi lavori come The Reflecting Pond, The Greeting e la serie dei Martyr, sono stati di grande ispirazioni influenzando le successive generazioni.

La sua vita

Era nato nel 1951 nel Queens (New York), e avevo poi studiato alla Experimental Studios alla Syracuse University, dove conobbe David Ross, che sarebbe diventato il primo curatore. Dopo la laura si trasferì a Firenze incontrò grandi personaggi da Jannis Kounellis a Mario Merz, da Vito Acconci a Joan Jonas. Proprio del periodo italiano è una delle sue installazioni più famose: Il Vapore. Tornato negli States, Viola lavorò al WNET Thirteen Television Laboratory e nel ’76 creò l’importante He Weeps for You, un’installazione con telecamera dal vivo che ingrandiva un’immagine all’interno di una goccia d’acqua. Fu proprio in questo periodo che conobbe la futura moglie diventa poi anche la direttrice del Bill Viola Studio, con cui viaggiò per il mondo soprattutto in luoghi remoti, fonte di ispirazione dei suoi futuri lavori. Insieme a lei approfondì anche lo studio del buddhismo in Giappone .

Il suo grande lavoro

La sua prima opera multimediale nel 1985 quando fu invitato partecipare alla Whitney Biennial dal curatore John Hanhardt che gli commissionò Theater of Memory. Qualche anno dopo lavorando sui temi del sonno, della nascita e della morte, realizzò 9 istallazioni per un gruppo di istituzioni internazionali. Nel '95 rappresentò gli Stati Uniti alla 46a Biennale di Venezia, presentando in anteprima le 5 installazioni Buried Secrets, tra cui l’opera iconica The Greeting, ispirata alla Visitazione del Pontormo.

Queste pietre iconiche lo portarono poco dopo a presentare la sua prima personale al Whitney, che le aprì poi le porte dei musei di tutto il mondo tra i Guggenheim di New York e Bilbao, la 52a Biennale di Venezia, il Mori Art Museum di Tokyo, il Busan Museum of Art della Corea del Sud e il Pushkin di Mosca. Ma non solo installazioni, il suo grande genio si espresse anche con la musica d'avanguardia che sperimentò attraverso grandi collaborazioni come quella dell'Ensemble Modern di Francoforte, ma anche con la band industrial rock Nine Inch Nails e con il regista Peter Sellars e il direttore d’orchestra Esa-Pekka Salonen.

Un artista poliedrico

Realizzò anche The Raft per le Olimpiadi del 2004 in Grecia; Crossroads, un’installazione larga 82 piedi per l’aeroporto internazionale di Hamad, commissionata dalla Qatar Museums Authority; Martyrs (Earth, Air, Fire, Water) e Mary per la cattedrale di Saint Paul, a Londra; e persino il videogioco Night Journey, completato nel 2018, con Tracy Fullerton all’USC Game

Innovation Lab. Tanti i premi ricevuti nel corso della sua carriera. come la MacArthur Foundation Fellowship, il XXI Catalonia International Prize e il Praemium Imperiale della Japan Art Association.

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