Asl RmE, un contenzioso ogni 56 ore

Un contenzioso ogni due giorni e qualche ora, almeno negli ultimi 26 mesi. Da marzo 2006 a maggio 2008. Per un totale di 329 atti giudiziari. Una mole di lavoro poderosa, affidata per intero a un solo legale: Maria Rosaria Russo Valentini (bolognese di origine, ma con uno studio ben avviato nella capitale). Una mole di lavoro che è costata all’erario pubblico 943mila e 267 euro. Già perché il bollettino appena riportato riguarda niente meno che un’azienda sanitaria romana: la Asl Roma E. Che tra parcelle liquidate (81), altre da liquidare (65), pagate (103) e altre ancora regolarmente chiuse (80) ha speso poco meno di mezzo milione di euro annui per fare fronte a contenziosi con i fornitori sanitari, istituti finanziari, con case di cura private accreditate, ambulatori e con gli stessi dipendenti ed ex dipendenti. Senza contare la frequentazione dei rappresentanti aziendali nelle aule di Tribunale. Eccezionale.
Quanto ai risultati ottenuti nel condurre i contenziosi stessi, ovvero le sentenze emesse dal giudice, non è dato conoscere il responso. Ma le cifre in possesso bastano per esplicitare un interrogativo sulla necessità o meno di concepire un numero così grande di atti giudiziari e pure per analizzare la spesa prodotta alla luce della gravissima situazione economica delle casse regionali in assenza, ancora, di un piano di rientro plausibile. Insomma si continua ad attingere alle tanto magre risorse come se niente fosse. E infatti quando si scende nel dettaglio di tutti i carteggi che riguardano l’azienda sanitaria locale, oltre agli incarichi all’avvocato Russo Valentini, saltano agli occhi anche altri mandati e incarichi a tempo determinato: consulenti e fiduciari per i quali non si può fare a meno di notare che la spesa complessiva annua prevista è di circa un milione e mezzo di euro. Alcuni dei provvedimenti emanati dal general manager Pietro Grasso contemplano uno staff discreto che raccoglie dirigenti apicali, sanitari e analisti che costano all’azienda circa mezzo milione di euro all’anno (472.940 euro). Non mancano neppure i collaboratori: una pletora di contrattisti amministrativi e archivisti per la rilevazione, gestione e inserimento dati che costano all’azienda un altro 1.196.958 euro. E per fare luce sulla mole degli ingaggi di collaboratori e consulenti nelle aziende sanitarie laziali la Fials Confsal propone, sull’onda delle dichiarazioni dei giorni scorsi del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta che ha dichiarato di voler stilare un’anagrafe dei consulenti, di «dare il via a un programma di trasparenza che consenta di compilare la pianta organica del personale presente con un dettaglio accurato sulle professionalità a contratto. Qualunque sia la tipologia di assunzione e retribuzione praticata: si deve partire dai funzionari a tempo determinato, con i co.co.co, i dirigenti inquadrati di anno in anno, i professionisti con i contratti a scadenza e i cosiddetti consulenti».

Un’«operazione trasparenza» che secondo il segretario regionale Gianni Romano «deve vincolare i direttori generali a rendere noti, sul sito web dell’azienda, tutti i provvedimenti che riguardano gli impegni finanziari presi. Soprattutto per rispondere della grave situazione debitoria del comparto sanitario».

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