La sinistra fa il pugno chiuso e canta Bella Ciao al Parlamento Ue. Metsola: "Non è l'Eurovision"

Il gruppo The Left fa partire il coro rosso dopo il discorso di Orban in plenaria: "La lotta antifascista è essenziale". La presidente dell'Aula replica: "Sembra la Casa de Papel"

La sinistra fa il pugno chiuso e canta Bella Ciao al Parlamento Ue. Metsola: "Non è l'Eurovision"
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Certe ossessioni non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Ed ecco che la sinistra, con la stagione estiva ormai alle spalle, sfodera il tormentone sempreverde: Bella Ciao. Il solito ritornello - che si affermò come canto dei partigiani dedicato alla resistenza italiana - questa volta è stato intonato di fronte a Viktor Orban, visto come il nemico numero uno dell'Europa e un rischio per la tenuta democratica. Questa mattina ha tenuto l'intervento in plenaria: quale occasione migliore? Così il fronte rosso si è alzato in piedi al Parlamento Ue e, ostentando la solita commovente fierezza, ha innalzato il pugno chiuso e ha pronunciato a squarciagola le parole della canzone.

Il video del coro è stato pubblicato su X da Manon Aubry, eurodeputata della France insoumise, che non ha rinunciato alla ormai nota retorica contro il primo ministro ungherese. "Di fronte a Orban che sfila in Parlamento tra gli applausi dell'estrema destra, il mio gruppo The Left si alza e canta Bella Ciao nell'emiciclo", ha scritto. Non poteva ovviamente finire così: la minaccia per l'Europa è fortissima, l'onda nera avanza e non sembra placarsi. Dunque, che fare contro una deriva che insidia la stabilità dell'assetto Ue? "La lotta antifascista è essenziale", ha suggerito Aubry. Che ovviamente ha voluto rivendicare: "Siamo tutti antifascisti". Nel filmato non passa inosservato Mimmo Lucano. Oltre l'ex sindaco di Riace, nel gruppo The Left gli esponenti italiani eletti sono Ignazio Marino, Ilaria Salis, Cristina Guarda, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi.

All'esibizione canora della sinistra è seguita la strigliata di Roberta Metsola, presidente del Parlamento Ue: "Non siamo all'Eurovision, sembra la Casa de Papel". Per poi invitare al silenzio, rispettando la dignità dell'Aula. In precedenza a scagliarsi contro Orban è stata anche Ilaria Salis, nuova paladina della sinistra nostrana ed europea: il dissenso è criminalizzato, la società civile viene repressa, le disuguaglianze sociali e regionali sono peggiorate, i diritti delle minoranze sono violati e il razzismo ormai è diventato mainstream. Tutto questo per arrivare alla solita bordata diretta al premier ungherese, accusato di voler "smantellare l'Ue in nome del nazionalismo". Ah, ovviamente neanche l'esponente di Verdi-Sinistra italiana si è voluta privare della gioia di sganciare epiteti sotto diverse declinazioni: "

608px;">L'Ungheria, sotto Viktor Orban, è diventata un regime illiberale e oligarchico, uno stato etnico autoritario. Alcuni la chiamano addirittura una moderna tirannia".

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