«Assassini», poi uova e petardi Equitalia finisce sotto attacco

È la guerra delle tasse. Attacco ad Equitalia. Da Nord a Sud. Dalle aggressioni, alle barricate, alle buste incendiarie. Esplode la rabbia degli italiani tartassati e l’obiettivo da colpire, ieri, è tornato a essere, con una violenza e una contemporaneità senza precedenti, uno e uno solo: l’Agenzia delegata dallo Stato a raccogliere le imposte. La cronaca di una straordinaria giornata di rabbia inanella proteste, cortei e scontri che sono cominciati di prima mattina a Napoli nel corso di una manifestazione, organizzata davanti alla sede dell’Agenzia, in corso Meridionale. Dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi, oltre duecento persone si erano infatti date appuntamento per un corteo di protesta. Manifestanti aderenti a diverse sigle di disoccupati, centri sociali e al sindacato lavoratori in lotta, hanno cominciato poco dopo le 9.30 un presidio poi trasformatosi in blocco stradale, con pesanti ripercussioni sulla circolazione. Sui volantini che i contestatori hanno cominciato a distribuire ai passanti e sugli striscioni esposti lo slogan era perentorio: «Chiudere Equitalia subito!».
All’improvviso, come se si fosse accesa una miccia, i manifestanti hanno trascinato cassonetti al centro della strada e urlando: «Assassini, assassini» hanno cominciato a lanciare pietre, petardi e uova piene di vernice rossa contro gli uffici di Equitalia al cui interno, terrorizzati, si erano immediatamente barricati i dipendenti. La polizia ha risposto caricando i manifestanti e lanciando alcuni lacrimogeni. Alla fine il bilancio segna una dozzina di poliziotti e qualche manifestante feriti negli scontri.
Nel Milanese a Melegnano, invece, due ispettori di Equitalia sono stati aggrediti in circostanze ancore tutte da chiarire. I due malmenati non sembrano aver riportato gravi lesioni, ma l’episodio, particolare ancora più significativo dello stato di esasperazione non proprio latente ormai, è accaduto in uno studio di commercialisti, quando un imprenditore edile, presente nello studio dei fiscalisti, ha cominciato a prendere a calci uno dei due ispettori.
Quanto a Roma, un pacco bomba è stato inviato alla direzione generale di Equitalia in via Grezar, zona Eur. Il pacco conteneva polvere pirica ma era fortunatamente privo di innesco. Quindi, come confermato dagli investigatori, la busta non poteva esplodere, ma resta il fatto che il panico tra i dipendenti della sede si è subito diffuso tanto più che nello scorso dicembre un pacco bomba era esploso nella sede centrale, in via Millevoi, ferendo a una mano il direttore, Marco Cuccagna. L’attentato, in quell’occasione, fu firmato dal Fai, la stessa sigla che ha rivendicato ieri l’agguato contro Adinolfi. E nel caos, che ieri ha contagiato l’Italia, la Digos di Viterbo ha dovuto anche fare irruzione nell’abitazione di un piccolo imprenditore residente in un paese della provincia che, poco prima, con una telefonata alla sede Uil aveva annunciato che si sarebbe recato all’Agenzia delle entrate di Viterbo, armato di pistola, e avrebbe ucciso gli impiegati: «Prima che mi rovinino del tutto ammazzo qualcuno di loro». Nella casa dell’uomo, perquisita dalla forze dell’ordine, non sono state comunque trovate armi.
Dura e allarmata la reazione dei vertici: «È inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica. Sono eventi tragici per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte, ma la troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio stanno avendo come effetto di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che sfociano in vere e proprie guerriglie».

Resta il fatto che una nuova manifestazione è stata annunciata a Napoli per venerdì, in piazza Ponte di Tappia, a pochi metri dalla sede di Equitalia Sud in via Bracco. Sarà un’altra giornata di straordinaria ribellione?

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