Assicurazione auto, lo sconto è solo sulla carta

da Milano

Sconti tariffari rimasti sulla carta e consumatori nuovamente sul piede di guerra. Gli effetti delle liberalizzazioni nel comparto dell’Rc auto si fanno attendere, nonostante l’Ania affermi che nel 2006 il calo sia stato dello 0,8% e in tre anni, al netto dell'inflazione, di ben l’8%. La situazione che emerge dalle rilevazioni del settimanale Economy condotte a Milano, Bologna, Roma e Napoli, è, nei fatti, di segno opposto: l'aumento maggiore è per i neopatentati napoletani (1.634 contro i 1.553 euro rispetto al 2006 per vetture di 44 kw), mentre va meglio alle quarantenni romane (12 euro in più). Ma anche se lievi, sempre di aumenti si tratta. Suscettibili peraltro di ulteriori rincari per via del ritocco all’addizionale provinciale sulle polizze deciso dal governo. Con buona pace di quanti avevano previsto risparmi di almeno 500 euro grazie all’indennizzo diretto e al plurimandato, introdotto dal decreto Bersani.
Le norme hanno disposto anche la revisione del regime del bonus/malus e lo stop al vincolo della durata decennale per le polizze del ramo danni. Ossia, chiunque stipuli un nuovo contratto per un veicolo aggiuntivo della stessa tipologia, anche di proprietà di un familiare convivente, avrà diritto alla stessa classe di merito del veicolo già assicurato. E poi potrà chiudere il contratto prima della scadenza prevista e scegliere liberamente. Anche se poi gli automobilisti spesso non approfittano della possibilità di cambiare compagnia per una più conveniente, come le più aggressive assicurazioni online.
All'Ania non dispongono di dati certi, ma sostengono che «le compagnie stanno rispettando il dettato normativo», dopo aver fatto comunque richiesta all’Isvap, l’autorità di vigilanza, di approfondire gli elementi di applicazione. Il decreto, dicono, ha colpito duro soprattutto vietando la distribuzione esclusiva. La figura dell'agente plurimandatario dovrebbe aumentare il livello di concorrenza e la possibilità di scelta del consumatore.

«Ma è ben diverso per le compagnie affidarsi a una rete su cui hanno investito o a professionisti che valutano la vendita delle polizze in funzione della propria convenienza. Così potrebbero essere spinte ad aumentare le provvigioni, col conseguente rialzo delle tariffe».

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