At&t manda a casa 10mila persone

La riduzione dei costi prospettata dopo l’acquisto di BellSouth si basa soprattutto sui tagli di personale

da Milano

At&t torna un gigante delle tlc con l’acquisto di BellSouth per 67 miliardi di dollari, ma annuncia il taglio di 10mila posti di lavoro entro il 2009, nel tentativo di ridurre i costi e riguadagnare competitività. Così accanto ai colossi europei del settore, come France Télécom e Deutsche Telekom che hanno già annunciato consistenti tagli, anche At&t riduce il personale. Del resto è proprio questa diminuzione dei posti di lavoro a rappresentare il 40% del piano di riduzione dei costi progettato dalla società per un totale di 18 miliardi di dollari. Questi tagli si aggiungono ai 13mila posti in meno già annunciati per i prossimi tre anni dopo la fusione a novembre con Sbc Communications, portando a una diminuzione della forza lavoro complessiva del 7 per cento.
At&t ha anche affermato che si farà carico dei debiti di BellSouth, compresi quelli della società di telefonia mobile sua controllata, Cingular Wireless, per un totale di 22,3 miliardi di dollari. Benché alcuni analisti siano rimasti perplessi di fronte al costo dell’acquisizione di BellSouth, alla riduzione dei costi attesa dalla fusione ha convinto anche i più scettici.
Per il momento, però, a Wall Street le azioni At&t non sono state premiate. L’altro ieri il ribasso è stato del 3,5% e anche ieri hanno perso un 3%. Mentre le azioni di BellSouth sono cresciute del 10 per cento.


Quanto a Verizon, il principale concorrente del supergigante delle tlc, ha annunciato che la strategia rimane immutata e che gli obiettivi di mercato si concentrano sul tentativo di convincere Vodafone a vendere la partecipazione nella sua controllata per la telefonia mobile.

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