È il 28 maggio la data scelta dall’Onu per celebrare la Giornata mondiale del gioco che, ogni anno dal 1997, vuole ricordare quanto sia importante per adulti e bambini concedersi dei momenti di svago. La Giornata mondiale del gioco è stata promossa dalla presidente dell’ITLA (Associazione Internazionale delle Ludoteche), Freda Kim, proprio per affermare il diritto al gioco e si celebra da oltre trent’anni in 40 Paesi. A sancirne l’importanza anche l’articolo numero 31 della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia che riconosce ai bambini il diritto di giocare, di dormire, di riposare, di avere tempo libero, e di impegnarsi in attività ludiche e ricreative.
Perché è importante celebrare la Giornata mondiale del gioco
Giocare è molto importante e dovrebbe essere consentito e garantito a tutti in quanto costituisce anche uno stimolo alla socializzazione e all’inclusione. Inoltre, potrebbe anche rivelarsi un’occasione di “evasione” familiare che permetterebbe all’intera famiglia di vivere un momento di serenità e condivisione. Infatti, per quanto si associ spesso il termine gioco all’età infantile, giocare è fondamentale anche per gli adulti. Questi ultimi, in particolare, costantemente sottoposti allo stress e ai doveri della vita quotidiana, potrebbero per un attimo distrarsi e tornare ad essere “bambini”.
I 5 migliori giochi da tavolo
Quante volte capita di riunirsi in casa con gli amici o i familiari e non sapere come ingannare il tempo senza annoiarsi? Ecco che un buon rimedio potrebbero essere proprio i giochi da tavolo; questi, infatti, ricoprono un ruolo rilevante tra le attività ludiche che coinvolgono gli adulti. Hanno una lunga storia e sono utilizzati in tutto il mondo sin dai tempi antichissimi. Il gioco da tavolo è un ottimo modo per mettersi in relazione con gli altri e sviluppare un pensiero strategico, oltre che un espediente contro lo stress.
Ecco qui di seguito i 5 giochi da tavolo che piacciono anche agli adulti.
Monopoly
Il più classico tra i giochi da tavolo di tutti i tempi; Monopoly prende il suo nome proprio dal concetto economico di monopolio ed è stato creato nel 1903 dall’americana Elizabeth Magie. Il suo nome originale era The Landlord's Game (il gioco dei proprietari), poi conosciuto a tutti come Monopoly. In Italia è arrivato nel 1936 grazie a Editrice Giochi. Le regole del gioco sono piuttosto semplici e, per questo, possono partecipare tutti, da grandi a piccini: vince chi diventa più ricco. Il numero di giocatori può variare da un minimo di 2 ad un massimo di 8. Indispensabile la presenza del tabellone sul quale sono stampate diverse caselle colorate suddivise in: vie, piazze, corsi, imprese/società, probabilità, imprevisti, prigione, parcheggio, tasse, e così via. Prima di dare avvio alla partita, ai giocatori verranno assegnate delle banconote così suddivise: due pezzi da 500, quattro pezzi da 100, un pezzo da 50, un pezzo da 20, due pezzi da 10, un pezzo da 5 e cinque pezzi da 1. La “competizione” avrà inizio soltanto dopo che ogni giocatore avrà scelto la propria pedina che si muoverà sul tabellone secondo il risultato del tiro di due dadi. Se una pedina capita su una casella libera, il giocatore potrà decidere se acquistare o meno quel lotto, anche se si tratta di una società o di una stazione. Qualora la scelta fosse quella di acquistare il terreno, il concorrente dovrà pagare il prezzo indicato sulla casellina, potendo così guadagnarsi la carta/contratto e sistemare una casetta sul posto conquistato. Ogni giocatore che dopo aver tirato i dadi si fermerà sul terreno di proprietà di un altro concorrente sarà costretto a pagare la tariffa di pedaggio indicata sulla carta/contratto. Inoltre, esiste anche la possibilità che la pedina si fermi sulle caselle “Probabilità” e “Imprevisto”; a questo punto, il giocatore dovrà pescare una carta dal rispettivo mazzo – con la possibilità di ricevere buone o cattive notizie - e leggerne il contenuto ad alta voce. La casella “Prigione”, invece, obbliga il concorrente a doversi fermare per due turni consecutivi, salvo questo paghi la cauzione. Passando dalla casella “Via”, si ha il diritto a ritirare dei soldi. Alla fine vince chi riuscirà a conquistare il maggior numero di caselle, mandando così gli altri giocatori in bancarotta.
Taboo
Uno dei giochi di società più divertenti; Taboo è stato ideato da Brian Hersch e distribuito nel 1989 dalla Milton Bradley Company. In Italia è arrivato nel 1992 e da quel momento sono state realizzate tantissime versioni tra cui quella dedicata ai più piccoli, Taboo XXL. Si gioca da un minimo di 2 persone ad un massimo illimitato di concorrenti (in quest’ultimo caso ci si divide in squadre). Taboo è costituito da un mazzo di carte che presenta in alto una parola stampata in rosso (quella da indovinare) e sotto cinque parole in nero (quelle da non pronunciare) e da un tavoliere sul quale i giocatori spostano le loro pedine man mano che accumulano punti (in modi non sempre facili). C'è poi una clessidra che determina il tempo a disposizione per ogni turno. Lo scopo del gioco è indovinare una parola senza mai pronunciare le cosiddette parole tabù, nonché un elenco di cinque termini correlati a quella da individuare. Ad esempio se la parola da scovare è Londra, non si potranno utilizzare Buckingham Palace, London Eye, Tower Bridge, Abbazia di Westminster etc… A turno, ogni giocatore dovrà cercare di fare scoprire ai componenti del proprio team la parola nel minor tempo possibile. Il primo suggeritore, dopo aver fatto partire il tempo, prenderà una carta sulla quale vi è scritto il termine da far indovinare al compagno, mentre i giocatori della squadra avversaria controlleranno quello che dice; nel caso in cui il suggeritore pronunci parole tabù gli avversari "buzzerano", ovvero segnaleranno l’errore premendo il pulsante buzzer, e la carta verrà "bruciata". Per ogni risposta corretta si guadagnerà un punto, mentre per ogni tabù o infrazione delle regole di suggerimento verrà tolto. Alla fine del turno di ogni squadra, il numero dei passi della pedina sul tabellone corrisponderà al numero di parole indovinate nel tempo stabilito dalla clessidra. Ogni manche, dunque, finisce con lo scadere del tempo. Vince la squadra (o il concorrente) che raggiunge prima la fine del percorso sul tabellone.
Trivial Pursuit
Il gioco da tavolo per eccellenza che mette alla prova la vostra cultura generale; Trivial Pursuit è un gioco a quiz molto semplice e alla portata di tutti di origine canadese, ideato nel 1979 da Chris Haney e Scott Abbott, poi perfezionato e pubblicato tre anni più tardi con l'aiuto di John Haney e Ed Werner. Il gioco presenta 2.400 domande suddivise in 6 categorie: Geografia, Intrattenimento, Storia, Arte e Letteratura, Scienza e Natura, Sport e Tempo Libero; vince chi ne sa di più. Il numero di partecipanti potrà variare da un minimo di 2 ad un massimo di 6. Per dare avvio alla partita basteranno pochissimi strumenti: tabellone, segnaposti e dado e, naturalmente, anche una buona dose di conoscenza. I concorrenti dovranno semplicemente rispondere alle domande. Ogni giocatore, dopo aver lanciato il dado, si muoverà con il proprio segnaposto di tante caselle quante indicate sul dado. Ogni volta che il concorrente si fermerà su una casella dovrà rispondere ad una domanda della categoria indicata. Il quesito viene letto da uno degli avversari ed è scritto sulla prima scheda presa dall’apposito mazzo. Se il concorrente risponderà correttamente potrà continuare a giocare lanciando un’altra volta il dado fino a quando non sbaglierà risposta (le risposte sono riportate dietro alla scheda). Se un giocatore riesce a conquistare tutti e sei i cunei di categoria potrebbe vincere la gara arrivando all’esagono centrale e rispondendo alla domanda scelta dagli altri concorrenti. Se la risposta dovesse risultare sbagliata, nel turno successivo, dovrà ricominciare a lanciare i dadi allontanandosi così dal traguardo finale, salvo poi poter riprovare a vincere in seguito.
Dixit
Il gioco che fa viaggiare la tua fantasia; nato all’inizio degli anni Duemila da un’idea di Jean-Louis Roubira, uno psichiatra infantile, Dixit è stato ideato come strumento di terapia e poi ha raggiunto il successo grazie all’illustratrice Marie Cardouat. È un gioco semplicissimo e alla portata di tutti e prevede un numero di partecipanti che va da 3 a 6: ogni turno prevede la presenza di un narratore che avrà sei carte raffiguranti in mano; da una di queste si lascerà ispirare e inventerà una frase da riferire al resto dei concorrenti. Questi ultimi, a loro volta, avranno a disposizione 6 carte e selezioneranno quella che secondo loro più si addice alla frase pronunciata dal narratore. Ogni giocatore consegnerà la carta al “cantastorie” che, dopo averle rimescolate le disporrà sul tavolo scoperte. È a questo punto che i giocatori dovranno provare ad indovinare a quale carta si riferiva la frase iniziale del narratore. Se nessuno o tutti trovano l'immagine corretta, il narratore riceverà zero punti, mentre i giocatori 2 punti. In caso contrario, il narratore e colui che ha indicato la carta corretta riceveranno 3 punti. Lo scopo finale del gioco, dunque, è riuscire ad indovinare la carta a cui il narratore si è ispirato.
Uno
Non è il classico gioco da tavolo, ma è il gioco di carte per eccellenza che non potevamo non menzionare. Realizzato da Merle Robbin nel 1971 e prodotto dalla Mattel, Uno è venduto in 80 Paesi, ha raggiunto 150 milioni di copie vendute al mondo ed è stato distribuito in tantissime versioni speciali, da Barbie Uno a Harry Potter Uno, da I Simpson Uno a SpongeBob Uno. È un gioco semplice, ma molto divertente a cui potranno partecipare anche i bambini e il numero dei giocatori può variare da 2 a 10. Ad ogni giocatore verranno consegnate 7 carte; lo scopo del gioco è quello di liberarsene il prima possibile. A turno i concorrenti dovranno scartare le proprie carte, abbinandole per numero o per colore alla carta scoperta che si troverà in cima al mazzo. A rendere il gioco allegro e movimentato ci sono anche le carte azione speciali, come i +2 o i +4 che consentiranno di mettere in difficoltà l’avversario costringendolo ad aumentare il numero delle sue carte. Qualora non ci fosse una carta da abbinare, bisognerà semplicemente pescarne una dal mazzo. Fondamentale gridare subito "Uno" quando vi rimarrà una sola carta in mano, altrimenti vi spetterà una punizione.
Insomma, il mondo dei giochi da tavolo è davvero vasto e in grado di poter accontentare chiunque; per questo, oggi come non mai, nella Giornata mondiale del gioco bisognerebbe cogliere la palla al balzo e concedersi un momento in compagnia all’insegna del relax e del divertimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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