Rapine, scippi, borseggi, molestie e risse. Regolamenti di conti e spaccio di droga. Tentativi di truffa e taglieggiamenti. Le segnalazioni ormai sono all'ordine del giorno, sollevate dagli stessi cittadini e rilanciate in rete con l'esasperazione di chi non ne può più. La condivisione virtuale di quel che accade a Milano (e in altre città d'Italia) è per molti un grido d'aiuto, un modo per sottolinare che le cose non vanno come dovrebbero. Eppure nella classe politica c'è chi quell'appello non sembra ascoltarlo. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, la sinistra s'è intestata un'assurda battaglia contro i video di denuncia che sul web documentano episodi di micro-criminalità e di degrado riprendendone i protagonisti. "Non è senso civico, si trasformano le persone in bersagli", ha lamentato la consigliera comunale dem Monica Romano.
L'allarme sicurezza e la distrazione di sinistra
Le critiche non sono mancate. E per forza: mentre i cittadini denunciano minacce alla propria incolumità, la sinistra sembra quasi più preoccupata per la "privacy" di scippatori e malintenzionati. Una posizione alquanto incomprensibile. Le lamentele contro i gruppi social di denuncia sono peraltro di un miopia sconcertante: la mobilitazione virtuale, infatti, è semplicemente l'effetto di un problema di mancata sicurezza percepito da chi ogni giorno vive la città. Ed è proprio su questo ultimo punto - ovvero, sulla causa - che la politica dovrebbe invece intervenire con soluzioni concrete. Su questo fronte, tuttavia, il Pd sembra guardare il dito e non la luna (anche se la realtà è assai meno romantica della metafora).
Strumentalizzazione politica
L'impressione è che l'ultima assurda crociata nasconda pure risvolti politici. Lo stesso consigliere comunale Pd Michele Albiani, del resto, nelle scorse ore aveva attaccato: "C'è una palese connivenza con alcune forze politiche, chiaramente del centrodestra, o almeno alcuni suoi rappresentanti, che appaiono in video o simili raccontando stupidaggini al confine della realtà". Ma anche in questo caso l'annotazione appare incomprensibile e strumentale. Spostare il focus non aiuta alla risoluzione degli episodi di degrado, che anzi restano e meriterebbero una condivisa volontà d'intervento. Peraltro, a realizzare filmati di denuncia non sono solo semplici cittadini ma anche trasmissioni televisive come Striscia la Notizia, che da tempo ha avviato un'apprezzabile campagna tv anti-borseggiatori di particolare utilità civica.
L'effetto prevenzione dei video social
Il mostrare quel che accade sui mezzi pubblici e persino nelle strade del centro città ha infatti contribuito a innalzare il livello di attenzione in molti cittadini. E questo, in molti casi, è l'unico modo per prevenire gli illeciti. Con tutta la buona volontà di cui possono disporre, le forze dell'ordine non possono del resto essere ovunque e in questo senso i video di denuncia postati sui social possono rivelarsi utili a segnalare situazioni di potenziale rischio. È ovvio, poi, che non dovranno essere i cittadini a farsi giustizia da soli ma per il momento il rischio del "far west" paventato dalla sinistra non si è verificato.
Piuttosto, gli esponenti Pd attenti a quel che accade sui social avranno notato un altro fenomeno degno d'osservazione: ormai i borseggiatori non temono nemmeno chi li riprende per denunciare la loro attività. "Noi abbiamo rubato oggi, abbiamo rubato ieri.
Cosa vi interessa? È il nostro lavoro, dobbiamo rubare", esclamava una ladra, rivendicando la propria condotta davanti agli smartphone di alcuni cittadini. Quel video è diventato virale. Domanda: il problema è chi ha realizzato quel filmato o chi ruba ogni giorno e se ne vanta?
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