È un appassionante viaggio nel passato, uno straordinario tuffo nel cuore e nella storia della civiltà etrusca più che una mostra. Questo è l'effetto di «Etruschi. Artisti e artigiani», esposizione appena inaugurata a Bolzano, che sfila fino al 2 febbraio nelle sale del polo culturale Centro Trevi-TreviLab, raccontando la civiltà etrusca da un punto di vista inedito. Con una ricca proposta di opere tra anfore, elmi, accessori, vasellame, lamine dorate, sculture e modellini, la mostra si propone come «un excursus sintetico ma evocativo dei capolavori e delle più caratteristiche produzioni dell'artigianato, del pantheon etrusco e delle forme di devozione diffuse a vari livelli della società» spiega la direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, Luana Toniolo, che ha collaborato e promosso l'iniziativa in corso a Bolzano. «Al tempo stesso, l'occasione si configura come una straordinaria possibilità di conoscere alcune opere conservate nei depositi, che non sono da meno rispetto a quelle abitualmente esposte» aggiunge Toniolo. Non tanto, quindi, una classica raccolta ed esposizione di reperti, ma un vero e proprio approfondimento sull'arte e l'artigianato etruschi, considerati «il miglior approccio per accostarsi alla conoscenza e allo studio degli Etruschi», secondo le curatrici Valentina Belfiore e Maria Paola Guidobaldi. Perché «attraverso le produzioni etrusche si può provare a comprenderne i modelli, le fonti di ispirazione, l'immaginario, il modo di rapportarsi con la natura e il sacro, oltre agli influssi esercitati dagli Etruschi su Fenici, Greci, Romani e su tutte le popolazioni del Mediterraneo antico» continuano le esperte.
La mostra si sviluppa lungo un percorso di otto sezioni, che inizia dalle opere più strettamente collegate al rito funerario, per il quale l'artigianato etrusco si distinse per originalità ed elevata qualità. I vasi biconici, caratteristici contenitori in impasto utilizzati per conservare le ceneri dei defunti, ne sono un esempio. Il percorso espositivo prosegue, poi, con le produzioni artigianali tipicamente etrusche, tra cui i celebri buccheri, particolare ceramica di colore nero e con la superficie lucida, prodotta attraverso un sistema di cottura che prevedeva l'assenza di ossigeno. Accanto ai buccheri, particolare attenzione viene riservata anche a un tipo di ceramica decorata con figure nere. Si tratta di anfore di una forma speciale appositamente realizzate dalla bottega del ceramista greco Nikosthenes per la migliore clientela etrusca.
La sezione successiva è dedicata, invece, ai nomi di artisti e artigiani etruschi che, come i loro colleghi greci, firmavano le proprie creazioni. In una società in cui il nome era tutto, ceramisti, architetti, bronzisti, coroplasti (artigiani della terracotta) non solo creavano e personalizzavano opere per una clientela d'élite, ma sottolineavano anche il nome del titolare della produzione. È il caso di Velthur Ancinies, noto da una firma graffita su un frammento che ha permesso di attribuire alla sua bottega l'intera produzione del gruppo etrusco-corinzio dei Rosoni.
Accanto alle opere firmate non mancano esempi della caratteristica produzione di vasellame da mensa in bronzo e di ulteriori suppellettili funzionali al simposio - pratica aristocratica del bere vino in comune, che prevedeva una precisa serie di gesti e rituali e comprendeva l'uso di un vero e proprio servizio - alla cura del corpo.
Spiccano qui due reperti interessanti. Il primo è il thymiaterion, un bruciaprofumi che, oltre a essere utilizzato negli ambienti in cui si svolgeva il simposio, aveva un ruolo importante anche nei rituali religiosi. Il secondo è lo specchio, che per gli Etruschi aveva grande importanza. A dimostrarlo il retro ornato con scene mitologiche di carattere simbolico legate alla bellezza e alla toeletta.
La lavorazione del bronzo, in cui gli Etruschi erano maestri, si ritrova anche nella forgiatura e cesellatura di armi e armature. Da non perdere un raffinato esemplare di elmo etrusco-italico. Se la grande varietà e la raffinatezza dell'artigianato etrusco sono testimoniate per lo più dal rito funerario, non bisogna dimenticare l'eccellenza raggiunta nella sfera del sacro. Proprio a questo tema è dedicata l'ultima sezione della mostra, che raccoglie testimonianze di dediche, alcune di straordinario valore, come le lamine dorate di Pyrgi. Ci sono poi bronzetti votivi, offerte, strumenti per il culto e per l'esercizio di pratiche divinatorie. Non manca niente, insomma, inclusi degli apparati illustrativi che consentono di contestualizzare le singole opere e seguire l'evoluzione di una civiltà che, affascinante e a tratti ancora misteriosa, ha segnato la storia della penisola e dell'Europa. Una civiltà che a duemila anni di distanza riesce ancora a conquistare e far parlare di sé.
Questa mostra - ha sottolineato il vicepresidente della provincia autonoma di Bolzano e assessore alla
cultura italiana Marco Galateo - offre un'altra occasione per «mantenere sempre vivo l'interesse verso la cultura e il ricco patrimonio artistico conservato nei grandi musei italiani». Info: «Etruschi. Artisti e artigiani».
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