- Oh, comunque Sara Funaro è “la prima sindaca di Firenze”, ma non mi pare una rivoluzione di grado nazionale. Altri primi cittadini donna in Italia ci sono già stati, una signora guida il Pd e un’altra il Paese. Applausi per tutti, ma anche meno.
- Il centrodestra perde nei capoluoghi e in alcune città per “colpa” del ballottaggio. Il motivo è semplice: quando al secondo turno ci si presenta l’uno contro l’altro armati, è facile che gli elettori di estrema sinistra si turino il naso e preferiscano un sindaco dem a uno di destra. Però occhio a mettere le mani sull’elezione del sindaco. Perché è una delle poche leggi italiane fatte con un minimo di grano salis (non nel senso di Ilaria) e una delle poche che, almeno, ci consegna un vincitore alla chiusura delle urne.
- La vittoria del centrosinistra a questa tornata di ballottaggi è indiscutibile, sia chiaro, ma Elly Schlein prende una cantonata quando afferma che si tratta di “un messaggio delle città al governo”. E per due motivi. Primo: a fare rumore sono tre città (Firenze, Bari, Perugia) tutte storicamente di sinistra, al netto di due mandati perugini di centrodestra che sono stati un’eccezione in un fortino rosso. Secondo: i voti per il sindaco sono quasi sempre voti ai candidati più che ai partiti. Se “le città bocciano il governo” questo non vuol dire che sia il sentimento generale della nazione, che anzi è fatta di paesi, frazioni e campanili. Quindi Elly fa bene ad esultare, ma senza esagerare. Perché godere di tanti sindaci propri nelle grandi città non trasforma di diritto il Pd nel partito che dovrebbe guidare il Paese.
- Emmanuel Macron è in difficoltà cosmica. E lo si capisce dal fatto che, anziché ribattere alle proposte di Jordan Bardella e di Marine Le Pen, punta tutto sulla resistenza anti-destra. Gli “estremisti”, sostiene, portano alla “guerra civile”. L’inquilino dell’Eliseo impari la lezione dal Pd: demonizzare l’avversario non sempre funziona. Sono finiti i tempi di Chirac e delle barricate anti estremisti.
- Bardella annuncia riforme clamorose sulla scuola: il ritorno al “voi” agli insegnanti e l’uniforme uguale per tutti. Mi duole non avere proposte simili anche in Italia, perché sarei proprio curioso di vedere gli studenti portare un po’ di rispetto ai professori ma soprattutto sarebbe interessante capire la reazione degli insegnanti. Soprattutto di quelli che “i ragazzi vanno capiti”. Anche quando accoltellano un docente.
- Ilaria Salis incontra il giornalista che lo intervista “in un appartamento di Milano, messo a disposizione da un suo amico”. Repubblica ci tiene a far sapere che non l’ha occupato. Chissà come mai.
- Ecco la dimostrazione di come iniziative dirigiste da parte di istituzioni sovranazionali finiscono col pesare sulle tasche della gente. Sintesi scarna: l’Ue impone alle compagnie aeree di ridurre il loro impatto ambientale e di sottostare a una valanga di nuove regole green. E loro, che fanno? Secondo voi si adeguano accollandosi tutto l’onore? Col cavolo: alzano il prezzo dei biglietti. Il primo annuncio lo fa Lufthansa, che da domani caricherà i voli da 1 a 72 euro per sostenere i costi verdi, ma altre verranno in futuro. Intanto chi vuole pagare di meno cercherà di fare scalo altrove, anziché in Europa, e in giro per il mondo gli aerei continueranno a inquinare come prima. Rendendo del tutto inutile lo sforzo di Lufthansa e il sacrificio monetario degli europei. Grazie, Bruxelles.
- Andrea Belotti viene ceduto dalla Roma al Como, dopo aver lasciato poco o niente nella Capitale se non 10 gol in 68 presenze. Non stupisce, visto che la parabola del “Gallo”come bomber si è spenta da tempo. Sorprendono piuttosto le parole di Fabregas, allenatore del Como: “Sappiamo che ha la capacità di essere un formidabile uomo gol”. Un tempo, magari. Ma ormai… Saremmo felici per lui di ricrederci.
- Annunciaziò, annunciaziò. Qualcuno faccia sapere a Elly Schlein e alla sinistra in generale che il presidente degli Stati tedeschi, nonché governatore dell’Assia, ha detto che la Germania dovrebbe esternalizzare il problema dei migranti irregolari guardando da vicino modelli “come quello tra Italia e Albania”. "Un rapporto di esperti sulle procedure di asilo nei Paesi terzi ci dimostra che tali procedure sono compatibili con la legge fondamentale tedesca, la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e i diritti umani. Ora si tratta di modelli concreti", ha affermato Rhein, "credo quindi che sia importante guardare con attenzione ad altri modelli, come quello tra Italia e Albania. Tutto ciò che è legalmente possibile deve essere attuato anche in Germania”. Così, giusto per dire che forse fidarsi di Repubblica e di certo disfattismo è bene. Ma non fidarsi è meglio.
- In un’intervista rilasciata al Tg3, alla faccia di Telemeloni, Ilaria Salis sostiene che i “movimenti per la casa” non tolgano “niente a nessuno” ma “cercano di risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono”. Allora, cara Ilaria, qui bisogna chiarire un concetto. Semplice semplice. Robin Hood è una mezza leggenda, e come tale non può essere traslata alla lettera nella realtà: anche se mossi dal lodevole principio di assicurare a tutti “un tetto sotto cui vivere”, occupare un bene pubblico o privato era, è e si spera resterà illegale. Un reato, peraltro odioso. È infatti legittimo criticare l’inefficienza di un sistema che, in tutta Italia, mica solo in Lombardia, si ritrova con migliaia di alloggi sfitti -senza avere i soldi per ristrutturarli- a fronte di migliaia di famiglie in lista di attesa. Ma la critica non può mai trasformarsi in azione illegale. Non può il cittadino “risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono”, o meglio: non può farlo violando la legge. Anche perché il “teorema Salis” sarebbe facilmente applicabile a tante altre situazioni: è ignobile che le liste di attesa negli ospedali siano così lunghe, ma questo ad oggi non autorizza nessuno occupare una sala operatoria per saltare la fila o ad evadere le tasse per pagare di tasca propria un medico privato. Altrimenti il rischio è che un bel giorno un povero cristo si svegli e, vedendo Ilaria Salis ritirare al bancomat parte del suo lauto stipendio da parlamentare, la aggredisca, le sottragga il denaro e rivendichi la rapina affermando che il suo intento era quello di “risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono”, ovvero la povertà nel mondo (la sua o quella di altri). La verità, cara Ilaria, è che il furto - di un portafogli o di un immobile - è sempre un crimine. Quale che sia l’ideologia che muove i movimenti per la casa.
- Dice Elly Schlein: “Serve un grande piano nazionale per la casa che non si vede in questo paese dal governo Fanfani”. Infatti da Fanfani in poi hanno governato: Prodi, D’Alema, Amato, di nuovo Prodi, Letta, Renzi, Gentiloni e pure Conte (attuale alleato di Elly). Domanda: perché non pensarci prima?
- Pare che i negoziatori di Ppe, Socialisti e Liberali abbiano trovato l’accordo per il governo europeo. Alla Commissione resterebbe Ursula von der Leyen, al consiglio andrebbe il socialista Costa e agli Esteri il liberale Kallas. Il terzetto andrà votato giovedì al Consiglio Ue, e il passaggio non è scontato. Ma soprattutto poi dovrà passare dalle forche caudine del Parlamento Ue. Una cosa è certa: socialisti, popolari e liberali con questo accordo che non cambia di una virgola l’assetto europeo dimostrano di non aver compreso il vento del cambiamento che, vuoi o non vuoi, sta soffiando sul Vecchio Continente. E che chiedeva rinnovamenti, non la solita spartizione col bilancino.
- Pare che Ursula voglia chiedere a Giorgia Meloni l’appoggio per ottenere i voti che le servono al Parlamento, magari in cambio di un commissario di peso e della vice presidenza. Il problema è che pare che Ursula abbia avuto il via libera a trattare con lei a patto che ci parli “come premier e non come leader di Fratelli d’Italia”. In sintesi: nessun accordo parlamentare con l'Ecr, ma con l'Italia in Consiglio magari sì. Il punto è che a Ursula servono anche i voti parlamentari, non solo quelli dei capi di Statio e di governo: se il patto con Meloni ci sarà, allora anche i deputati FdI seguiranno la loro leader. Una distinzione simile (do il via libera, ma non la voto) è una sottigliezza che gli elettori non riuscirebbero a comprendere.
- La Russia chiude le trasmissioni sul suo territorio di La7, Rai, Repubblica e La Stampa. Già pregusto i commenti di domani.
Ma ricorderei a lorsignori di non indignarsi troppo: l’Ue ha bandito i siti di informazione russa subito dopo l’invasione dell’Ucraina. Visto il sostegno che diamo a Kiev, il minimo che potessimo aspettarci era un po’ di reciprocità nelle misure sanzionatorie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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