
Ancora una volta il problema della mancata omologazione di un autovelox finisce al centro di una vicenda in cui si parla di sanzioni derivanti dall'infrazione del limite di velocità e, come accaduto in altre circostanze, si accende immediatamente il dibattito. Tutto questo per il fatto che la specifica lacuna ha consentito all'automobilista di turno, multato per la sua condotta al volante grazie alla rilevazione effettuata da un apparecchio elettronico in dotazione alle forze dell'ordine, di vincere il ricorso in tribunale.
I fatti si sono verificati verso la fine del mese di febbraio del 2023 a Bagnacavallo, località della provincia di Ravenna: protagonista della vicenda un conducente di 40 anni, sorpreso da un telelaser in dotazione a una pattuglia della polizia locale. Quel giorno l'uomo, stando alle rilevazioni effettuate dagli agenti tramite l'apparecchio elettronico contestato, stava percorrendo un tratto di strada in cui vigeva il limite dei 50 chilometri all'ora alla velocità di 100 km/h, quindi al doppio di quella consentita e indicata dalla segnaletica.
Per inchiodare il 40enne alle proprie responsabilità, gli uomini in divisa hanno utilizzato un telelaser, dispositivo a raggi infrarossi che rileva per l'appunto la velocità di un'auto anche a grande distanza dalla postazione scelta. L'apparecchio elettronico riportava una velocità doppia rispetto a quella consentita, ed è quella l'infrazione contestata successivamente al conducente, punito con un'ammenda da 543 euro, la decurtazione di sei punti dalla patente e la sospensione per un mese del titolo di guida.
L'automobilista, difeso dall'avvocato Guido Pirazzoli, ha deciso di impugnare la multa, certo delle proprie ragioni."Ho subito interpellato la polizia locale per sapere se il dispositivo era stato omologato", racconta il legale a Il Corriere. Dalla polizia locale è arrivata la conferma dei sospetti:"Mi hanno detto che era stato tarato e approvato", racconta l'avvocato, per cui mancava una certificazione di fondamentale importanza, l'omologazione. Il telelaser funzionava in modo corretto, cioè era "tarato", e aveva avuto il via libera dal Mit, ovvero era stato "approvato". "Mancava l'omologazione", puntualizza infatti Pirazzoli, che "equivale alla vidimazione, ovvero il risultato di analisi tecniche redatte da uffici, supervisionate da ingegneri che analizzano il modello di telelaser e compiono altri accertamenti".
Questa
lacuna è stata determinante ai fini della vittoria in tribunale dell'automobilista, dato che il giudice di pace di Lugo, dopo aver esaminato le carte, ha fatto decadere le sanzioni emesse nei suoi confronti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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