Cattolici e comunisti oggi sono uguali

I sedicenti democratici sono bravissimi a predicare quello che essi stessi avrebbero bisogno di applicare e a insegnarci quello che essi medesimi dovrebbero apprendere

Cattolici e comunisti oggi sono uguali
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Gentile Direttore Vittorio Feltri,

mi sarebbe di conforto una Sua autorevole opinione sull'attuale rapporto politico nato in Italia tra cattolici e sinistra post comunista. Per me, credente cristiano, rimane del tutto incomprensibile la nuova «ideologia' imperante» (solo in Italia!?) del catto-comunismo, ovvero

il connubio tra la fede cristiana e quella marxista. Questo perché la fede cristiana si basa sulla spiritualità e sull'amore, mentre la fede comunista-marxista è fondata non sulla spiritualità bensì su un materialismo ateo e sull'odio di classe. Il tutto a mettere a braccetto il sacro con il profano.

Renzo Rossi

Conselice (Ravenna)

Caro Renzo,

i cattolici odierni e i comunisti di oggi hanno tanto in comune, in realtà. Sicuramente molto più di quello che, a prima vista, siamo portati a considerare. A renderli affini sopra tutto è senza dubbio l'ipocrisia. Vogliono più immigrati, chiedono maggiore accoglienza, pretendono porte, porti e portafogli aperti, eppure non c'è un cattolico né un comunista che siano disposti ad ospitare migranti in casa propria. E, dato che parliamo di casa, non posso non menzionare l'ultimo fatto di cronaca che testimonia tale doppiopesismo clamoroso e rivoltante. A Treviso un cinquantreenne, Marco Magrin, è stato trovato senza vita all'interno di un garage. La causa della morte è un arresto cardiaco, quasi certamente insorto come diretta conseguenza del gelo che l'uomo ha patito nel garage, ovviamente sprovvisto di riscaldamento, in cui era appena andato ad abitare. E come mai Marco dormiva in uno sgabuzzino in cui di solito si parcheggia l'automobile o si abbandonano cianfrusaglie? Ebbene, il motivo è questo: Magrin era stato sfrattato dall'appartamento nel quale viveva, di proprietà di un certo Andrea Berta, che aveva cambiato la serratura al fine specifico di impedire a Marco, che occupava il locale, di potervi accedere. Fin qui, siamo d'accordo, nulla di illegittimo, anzi, noi siamo contrari alle occupazioni e difendiamo il diritto di proprietà, ossia del proprietario di non vedersi privato del suo bene usurpato da altri. Però c'è un però. Andrebbe tutto bene se non fosse che Berta, che ha ereditato l'appartamento da una zia divenendone proprietario, è uno che guida i cortei contro gli sgomberi e che salvaguarda quell'inesistente diritto di occupazione che ultimamente viene rivendicato dai progressisti, Ilaria Salis in testa ma non soltanto ella. Stando a quanto narra il Gazzettino di Treviso, Berta, solo qualche giorno addietro, era presente al blitz che ha bloccato il consiglio comunale per protestare contro gli sfratti e l'emergenza casa in città. Dunque, egli protesta contro gli sfratti e poi li fa e non solo li fa ma ne compie uno ai danni di un poveraccio che pure crepa a causa della condotta priva di scrupoli dell'attivista di sinistra, il quale aveva altresì manifestato indignato per il decesso di un trentaduenne indiano morto di freddo in quanto viveva, suo malgrado, in strada.

I sedicenti democratici sono bravissimi a predicare quello che essi stessi avrebbero bisogno di applicare e a insegnarci quello che essi medesimi dovrebbero apprendere.

La loro morale, ispirata ai valori cristiani dell'umanità e dell'altruismo, non è altro che vana retorica, per la quale sono disposti a lottare in piazza, salvo poi rientrare a casa e fare tutto il contrario di tutto ciò per cui si sono battuti.

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