Il consiglio dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano ha dichiarato ufficialmente di non aderire alla visione della riforma proposta dal presidente Elbano de Nuccio che parcellizza la professione.
Il motivo del rifiuto
"Non abbiamo condiviso la scelta è rivolta ad una ‘élite’ e non valorizza il commercialista ‘generalista’", ha spiegato Marcella Caradonna, presidente dei commercialisti e degli esperti contabili di Milano dopo presentazione alla politica del testo deliberato dal Cndcec per la proposta di modifica della legge istitutiva dei commercialisti, senza, peraltro, attendere un confronto conclusivo con i presidenti degli ordini territoriali nell’assemblea, convocata per il 13 dicembre prossimo.
Questa sorta di corsa in avanti, è stata poco compresa e ha suscitato perplessità in tutta Italia e molti presidenti di diverse regioni sono rimasti contrariati dalla scarsa condivisione del testo, che anche in fase di presentazione nella unica riunione svolta, aveva sollevato notevoli criticità.
La riforma antidemocratica e le critiche
"La riforma proposta dal Consiglio Nazionale è, anche, antidemocratica - prosegue Caradonna - perché, delinea un sistema elettorale complesso e farraginoso, che riduce fortemente la valenza politica degli ordini locali e in tal modo conduce a una concentrazione di potere sul Consiglio Nazionale”.
Ulteriori critiche sono giunte anche da Roma, Torino e Firenze. Il malcontento non è solo dei grandi ordini, dissensi ci sono un po’ in tutta Italia e arrivano da Lombardia, Toscana, Piemonte, Lazio, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia. Oltre che in quelli delle grandi città, anche in ordini di dimensioni più contenute si registra un giudizio negativo.
Nessuna condivisione e dissenzo generale
A parlare di critiche inascoltate è Carla Cioccarelli (presidente di Sondrio): "Siamo diversi in Lombardia ad avere espresso critiche non ascoltate”, ha detto, mentre Roberto Cravero (presidente di Biella) ha spiegato: “Ho parlato con altri presidenti piemontesi e non vi è condivisione né sul metodo, né sul testo”. Dissenso arriva anche dagli ordini della Sardegna, come sottolinea Giusy Uda (presidente di Oristano), “Il Presidente de Nuccio deve rispettare noi Presidenti che abbiamo la rappresentanza degli iscritti… aveva promesso un nuovo incontro a settembre e invece ha proseguito da solo”.
Alle sue parole si aggiungono poi quelle del presidente di Sassari Marco Scanu: “Il sistema elettorale proposto mina la stabilità istituzionale e la coesione tra Ordini e all’interno degli Ordini, senza avere come adeguato contrappeso un effettivo miglioramento di scelta del Consiglio Nazionale”.Voci di dissenso anche dalla Sicilia dove Francesco Vito (presidente di Messina) sottolinea: “Stiamo organizzandoci per scrivere al ‘ministero’ e alla ‘politica’ perché si sappia che comunque è importante un riesame del testo per giungere ad una soluzione veramente condivisa da tutta la categoria”.
“Una riforma per avere un senso deve essere oggetto di analisi, riunioni, valutazioni congiunte… non che il Cndcec acquisisca le note dai
territori e, senza un vero contraddittorio, scelga a suo insindacabile giudizio come deve essere il domani della nostra categoria”, conclude poi dal Lazio Raffaella Romagnoli presidente di Latina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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